(ebr. ῾Ēlām) Nell’Antico Testamento nome della regione situata a O del corso inferiore del Tigri, sede di una delle grandi civiltà dell’Asia antica. I Babilonesi e gli Assiri la chiamavano Elamtu. Suo centro principale fu Susa (Shushun o Shushan).
Gli Elamiti ebbero sempre rapporti molto stretti con Sumer e la Babilonia, su cui, per qualche tempo, dominarono. Incursioni elamitiche furono respinte dai Sumeri in epoca anteriore a Sargon di Akkad (2637-2582 a.C.). Questo combatté gli Elamiti e suo figlio Narām-Sin li sottomise al domino babilonese, dal quale gli Elamiti si liberarono presto. Shulgi di Ur (2276-31) invase di nuovo l’E. ma i suoi successori lasciarono che fosse amministrato da governatori indigeni. Il re di E. Kudur-Nakhkhunte si liberò della dominazione straniera e conquistò Babilonia. Kudur-Mabuk s’impadronì anche della città di Larsa. Suo figlio Rīm-Sin fu sconfitto da Hammurabi. L’E. si riscosse dalla sottomissione e divenne una nazione potente sotto i re Utash-Khuban, Shutruk-Nalchkhunte I, Kudur-Nakhkhunte II, Shilkhak-Inshushinak. Quando, nel 1° millennio, l’Assiria cominciò a minacciare le nazioni vicine, l’E. e Babilonia si allearono. Ma gli Elamiti furono sconfitti da Sargon II (721-705), Sennacherib (705-681) invase il paese e Assurbanipal (668-626) lo annetté al suo impero.
La religione elamica era simile a quella dei Sumeri e dei Babilonesi. Il dio nazionale era il dio di Susa Inshushinak (in sumero «signore di Susa»). Importanti erano gli dei Khumban, Kiririsha sua moglie, Nakhkhunte, dio del sole, e altri di origine sumera e babilonese.
La lingua elamitica è una lingua agglutinante, di cui si hanno documenti per il paleo-, il medio- e il neoelamitico; quest’ultimo è una delle lingue delle iscrizioni degli Achemenidi. La scrittura usata per il neoelamitico è la cuneiforme ma le iscrizioni più antiche sono in una scrittura di tipo geroglifico non ancora completamente decifrata. Sul sistema fonetico siamo poco informati; alcune caratteristiche grammaticali avvicinano l’elamitico al gruppo delle lingue caucasiche.
L’arte del periodo protoelamitico (3° millennio a.C.), rappresentata soprattutto da sigilli, dipese largamente da quella mesopotamica. Durante il periodo Sukkalmakh (1990-1600 circa a.C.) la capitale della regione, Susa, raggiunse una notevole estensione (circa 85 ha), come hanno dimostrato gli scavi, portando alla luce un’architettura pubblica e domestica e numerosi epigrafi, con i nomi di diversi sovrani elamiti. L’esecuzione di vasi in bitume antropomorfi mostra una maggiore cura rispetto al periodo precedente, mentre la coroplastica è rappresentata da figurine femminili nude, da musicisti e scene erotiche. Il periodo medioelamita (1550-1110 a.C.), vede uno sviluppo edilizio concentrato, oltre che a Susa, principalmente a Dur-Untash, fondata nel 14° sec. e nuova capitale del regno. La toreutica e la lavorazione del bronzo raggiungono livelli altissimi, espressi principalmente nella statua di Napirasu (moglie di Untash-Napirisha), conservata al Louvre. Una più decisa personalità culturale e iconografica dimostrano i sigilli di questo periodo, e anche la coroplastica mostra una grande accuratezza di esecuzione e una ricerca maniacale dei particolari (gioielli, acconciature delle figurine femminili). Il periodo neoelamita (1000-539 a.C.) è poco conosciuto per quanto riguarda la cultura materiale. I sigilli, realizzati in pasta vitrea granulosa e friabile, mostrano un’esecuzione piuttosto grossolana e rappresentano spesso dei capridi ai piedi di una pianta stilizzata; il campo scenico è definito da linee semplici che racchiudono scene di combattimento e caccia.