Nella retorica, figura che consiste nell’evidenziare nel discorso uno o più dei significati impliciti in una parola, dicendo di più di quel che appare se si considera solo il senso generico delle parole usate (per es., in frasi come Bisogna essere uomini, cioè ‘coraggiosi, valorosi’, o Non è che un uomo, cioè ‘misero, soggetto all’errore’). Il pericolo che l’e. non sia capita, causando una banalizzazione dell’enunciato, induce l’oratore a metterla in risalto anche con i gesti e con un aumento di intensità della voce.
Le consonanti enfatiche sono un tipo di consonanti, particolarmente numerose nelle lingue semitiche, in cui l’articolazione principale è accompagnata da notevole velarizzazione o faringalizzazione, per una tensione muscolare maggiore che nelle altre consonanti non enfatiche.
In elettronica, alterazione intenzionale, mediante filtri elettrici, della caratteristica ampiezza-frequenza di un segnale, in modo che le componenti di alta frequenza siano esaltate rispetto a quelle di bassa frequenza, o viceversa; a tale procedimento si ricorre talora per facilitare la propagazione dei segnali in una data via di trasmissione e anche, come accade in taluni sistemi di registrazione dei suoni, per facilitare determinate trasduzioni. Il procedimento, di norma, è duplice: si effettua un’e., per esempio, delle alte frequenze, prima di avviare i segnali sulla via di trasmissione ( preenfasi), e quindi si effettua un’e. complementare delle basse frequenze, all’altro capo della via ( deenfasi) in modo da ripristinare la caratteristica ampiezza-frequenza originale dei segnali.