Essere semidivino, al quale si attribuiscono gesta prodigiose a favore del gruppo che lo riconosce come tale.
In antropologia l’ e. culturale o e. civilizzatore è figura presente nella tradizione orale e nella mitologia di molte società. Agisce come un demiurgo (per es. dando forma al paesaggio, creando fiumi e pozze d’acqua), un ordinatore del mondo, capace di trasmettere agli esseri umani conoscenze, arti (per es. la capacità di dipingere o scolpire), tecniche (l’accensione e la conservazione del fuoco), istituzioni sociali (un determinato sistema di parentela), riti di iniziazione. L’e. è a volte identificato con un guerriero coraggioso e invincibile (per es. in alcune tradizioni polinesiane); come colui che, dopo aver viaggiato in terre straniere, introduce nuovi stili e abitudini di vita (per. es. nelle tradizioni di Tikopia, isole Salomone). In molti casi è concepito come l’antenato originario di un gruppo sociale (clan o lignaggio) e come un mediatore tra mondo divino e mondo umano.
È per lo più rappresentato antropomorficamente, ma gli si attribuiscono in genere poteri soprannaturali, e spesso anteriorità cronologica rispetto alla comparsa del genere umano nel mondo. Si tratta per lo più di una figura positiva, colui che per primo introduce aspetti importanti della vita sociale: tuttavia in alcune tradizioni l’e. assume la forma del trickster, l’«ingannatore». In questa veste è ritenuto responsabile di fenomeni negativi quali la stregoneria, la malattia, la vecchiaia, gli omicidi, la morte.