Favolista greco, di lui si sono conservate circa 400 narrazioni appartenenti a questo genere letterario. Presso i Romani la favola esopica, volgarizzata e accresciuta da Fedro, servì ad usi scolastici, come poi la raccolta di Aviano fra il 4° e il 5° sec. d. C. Vasta fu anche la popolarità di E. nel mondo medievale e umanistico, con varie riduzioni, rifacimenti moralistici (l'Aesopus moralizatus) e adattamenti (come l'Aesopus di Francesco Del Tuppo).
Frigio di origine, visse schiavo a Samo nel 6° sec. a. C.; già popolare ad Atene nel 5° sec., divenne presto un personaggio leggendario e sulla sua vita avventurosa si accumularono notizie varie, anche strane, fino alla romanzesca Vita di Esopo del 4° sec. d. C. Fu detto gobbo, balbuziente; che viaggiasse in Oriente, a Babilonia, in Egitto, poi in Grecia, specialmente a Delfi; fu messo in relazione con Creso e con i sette sapienti, specie con Solone. Fino dal tempo di Aristofane, E. fu considerato il creatore e divulgatore delle antiche favole degli animali, con allegorie riferibili al mondo umano. Noi abbiamo redazioni di favole "esopiche" di tarda età ellenistica, anche di età bizantina, derivanti in parte da raccolte più antiche. La prima di esse sembra fosse fatta da Demetrio Falereo nel 4° sec. a. C. Sono circa 400 favole in koinè; nessuna nell'antica prosa ionica. È impossibile sceverare le favole risalenti all'antico E. e i varî strati sovrappostisi nello spazio e nel tempo. Brevi e asciutte nello stile, le favole sono per la maggior parte di animali (con caratteristiche a tipo fisso), parecchie con uomini o dèi, poche con piante come personaggi; alla fine hanno una breve morale. Callimaco ne ridusse alcune in trimetri giambici scazonti, usati poi nella raccolta di 123 favole fatta da Babrio, che dimostra però derivazione da tradizioni favolistiche italiche.