Nome, dal significato non chiaro, degli appartenenti a una comunità religiosa giudaica, le cui notizie cominciano con il 2° sec. a.C. e che sembra scomparsa con la distruzione dello Stato giudaico (70 d.C.).
Secondo dati degli autori classici (Plinio, Filone e soprattutto Giuseppe Flavio), abitavano per lo più in villaggi e una delle loro sedi principali era la regione di Engaddi presso il Mar Morto. Rappresentavano una specie di ordine monastico che si perpetuava mediante l’aggregazione di nuovi membri. Gli aspiranti, che per essere ammessi dovevano superare un noviziato triennale, poi un altro di due anni, entrando a far parte dell’ordine facevano dono alla comunità di tutti i propri beni. Vivevano in stretta comunione, praticando il celibato più rigoroso e sostenendosi con il lavoro dei campi (disprezzavano il commercio come ogni altra fonte di guadagno).
Un’ampia e diretta serie di informazioni sugli e. proviene dai manoscritti ebraici scoperti (dal 1947 in poi) presso il Mar Morto, tra i quali si trovano i libri sacri di un movimento religioso che molti studiosi identificano con quello degli e. (in particolare la sua Regola, scritti apocalittici e commenti ai libri biblici).