Disciplina che si occupa dello studio della civiltà, dell’arte e della lingua etrusche, che ebbe inizio nel 18° sec., soprattutto con l’opera di T. Dempster, De Etruria regali, edita negli anni 1723-24. I maggiori rappresentanti della nuova disciplina (etruscheria) furono A.F. Gori, G.B. Passeri e M. Guarnacci. Si costituirono l’Accademia etrusca cortonese con il relativo museo (1726), a Firenze la Società Colombaria (1735) e si promossero scavi a Volterra. Nella seconda metà del secolo iniziò l’esplorazione delle tombe tarquiniesi, le cui pitture furono descritte da G.N. Forlivesi e disegnate da G. Byres. Con l’Ottocento lo studio delle antichità etrusche e gli scavi assunsero un ritmo sempre più intenso e carattere sempre più scientifico.
Un Comitato permanente per l’etruscologia, divenuto poi Istituto di studi etruschi e infine Istituto di studi etruschi e italici, fu fondato a Firenze da A. Minto (1925); pubblica annualmente Studi Etruschi, periodicamente monografie e promuove ricerche e congressi.