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ferita

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Botanica

Lesione traumatica caratterizzata dalla soluzione di continuità nei tessuti esterni nelle piante. Le cause possono essere varie: animali fitofagi, gelo e disgelo (rottura delle radici superficiali, spaccature della corteccia dei rami, cipollatura ecc.), il freddo, i venti, la grandine, i fulmini e infine l’azione dell’uomo (la battitura nella raccolta delle olive e simili). Alcune f. sono provocate dall’uomo per propria utilità e, se fatte con le dovute cautele, non sono dannose alla pianta; tra queste rientrano le f. determinate da potature, innesti, resinazione ecc. Gli effetti delle f. sono diretti e indiretti; tra i primi si ricordano gli squilibri fisiologici, il flusso mucoso; gli effetti indiretti, importantissimi, si riassumono nel pericolo d’infezioni parassitarie, giacché attraverso le f., anche invisibili a occhio nudo, penetrano virus, batteri e funghi che spesso causano danni gravi e anche la morte. Ogni f. determina nei tessuti vivi una intensificata attività (in certi casi aumento della temperatura), formazione di sostanze diverse (auxine, suberina, gomma ecc.), comparsa di meristemi, ipertrofie; in tal modo la pianta tende a cicatrizzare le f. (➔ cicatrice).

Medicina

Lesione traumatica caratterizzata dalla soluzione di continuo di tessuti molli. Le f. possono essere prodotte da agenti vulneranti di vario tipo in rapporto ai quali si distinguono f. da punta (chiodi, schegge di legno ecc.), da taglio (rasoi, coltelli ecc.), d’arma da fuoco (proiettili, schegge di granata ecc.). Altri tipi sono: f. contuse, da traumi contundenti; f. lacere e f. da strappamento, dovute a traumi traenti (morsi, cinghie di trasmissione ecc.); f. lacero-contuse, da traumi contundenti e traenti. In rapporto alla profondità della lesione le f. si classificano anche in superficiali (quando non oltrepassano il piano fasciale superficiale), profonde (che vanno al di sotto del piano fasciale) e penetranti in cavità (cranica, pleurica e peritoneale), spesso complicate dall’interessamento di organi importanti (polmoni, cuore, cervello, intestino ecc.). I sintomi comuni a tutte le f. sono il dolore e l’emorragia; possono aversi complicazioni con infezioni (suppurazioni, gangrene, tetano), con shock, con interessamento di organi vitali, con lesioni di elementi anatomici delicati (arterie, nervi, tendini muscolari). L’esito, se non ci sono lesioni di organi vitali o complicazioni gravi, è la guarigione per cicatrizzazione.

Vedi anche
cicatrice Tessuto di guarigione delle soluzioni di continuo e delle perdite di sostanza di tessuti sia vegetali sia animali. botanica Nei tessuti vegetali, i tipi di cicatrice variano a seconda della natura dell’organo, dei tessuti lesi, della gravità della ferita, della specie cui appartiene la pianta, dell’epoca ... antisepsi Procedimento proprio della chirurgia, mirante alla distruzione degli agenti infettivi che comunque si trovino sulla superficie delle ferite. Precursori furono C. Magati, A. Nannoni, M.-L. Mayor, A. Vaccà; suo massimo assertore fu J. Lister che, ritenendo l’aria principale veicolo di questi microrganismi, ... disinfezione Operazione o complesso di operazioni per la distruzione dei germi patogeni. Se è diretta alla distruzione di insetti o di piccoli animali è indicata più propriamente con i termini di disinfestione o di disinfestazione. La disinfezione delle acque serve a renderle potabili (potabilizzazione).  ● La ... soluzione fisiologica Soluzione acquosa di sali inorganici la cui concentrazione è isotonica rispetto al plasma sanguigno. La soluzione fisiologica, soluzione più semplice è quella di cloruro di sodio allo 0,9% (900 mg/100 ml di acqua distillata) ed è diffusamente usata in medicina per lavaggi, istillazioni, irrigazioni, ...
Categorie
  • PATOLOGIA in Medicina
Tag
  • ARMA DA FUOCO
  • CIPOLLATURA
  • EMORRAGIA
  • MERISTEMI
  • BOTANICA
Altri risultati per ferita
  • ferita
    Dizionario di Medicina (2010)
    Lesione traumatica caratterizzata dalla soluzione di continuo di tessuti molli. Le f. possono essere prodotte da agenti vulneranti di vario tipo in rapporto ai quali si distinguono f. da punta (chiodi, schegge di legno, ecc.), f. da taglio (rasoi, coltelli, ecc.), f. d’arma da fuoco (proiettili camiciati ...
  • Ferita
    Universo del Corpo (1999)
    Red. Per ferita s'intende una lesione traumatica, caratterizzata da una soluzione di continuo dei tessuti molli. Si distinguono: ferite superficiali, quando interessano cute e sottocutaneo; ferite profonde, quando comprendono anche i piani anatomici sottostanti; ferite penetranti in cavità, quando ...
  • FERITA
    Enciclopedia Italiana - II Appendice (1948)
    La maggiore incidenza delle ferite legate a gravi traumi, ha posto in un piano sempre più importante le questioni legate allo shock sia primario sia secondario ed in particolar modo la cosiddetta sindrome da schiacciamento (crush syndrome), già descritta da D'Antona in occasione del terremoto di Messina ...
  • FERITA
    Enciclopedia Italiana (1932)
    È la soluzione di continuo dei tessuti determinata da un corpo vulnerante. La divisione dei tessuti può farsi in modo puntiforme o lineare o irregolare, sicché si hanno le ferite da punta, da taglio e lacere fino allo strappamento di parti e di membra. La ferita può essere superficiale o profonda; può ...
Vocabolario
ferita
ferita (ant. feruta) s. f. [der. di ferire]. – 1. a. Lesione traumatica caratterizzata dalla soluzione di continuo di tessuti molli: fare, farsi, prodursi una f.; una f. leggera, grave, seria; una brutta f., preoccupante per la gravità,...
ferità
ferita ferità (ant. feritate, feritade) s. f. [dal lat. ferĭtas -atis, der. di ferus «fiero, crudele»], letter. – Ferocia, crudeltà: e poi si rode Tardi pentito di sua feritate (Petrarca); spogliare gli uomini della loro ferità (Pascoli)....
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