Condizione di un ambiente o di un corpo a contenuto termico relativamente scarso. L’azione delle basse temperature provoca sulla materia vivente effetti che variano dal semplice abbassamento del metabolismo alla morte cellulare per alterazione della struttura protoplasmatica, quando si raggiunga il punto di congelamento dei liquidi cellulari. A ciascun organismo o tessuto corrisponde uno ‘zero biologico’, nel quale si determinano condizioni incompatibili con le sue funzioni vitali.
Nelle regioni temperate e subtropicali il f. invernale limita l’attività delle piante (riposo invernale delle piante legnose caducifoglie; piante geofite con gli organi vivi nascosti sottoterra, piante terofite presenti allo stato di seme ecc.); tuttavia alcune, sia annue, sia perenni, conservano verdi gli organi anche alle basse temperature (i cereali a semina autunnale sopportano temperature di −20 °C, così anche le foglie di certe Conifere). Molte specie a temperatura di 0 °C e più soffrono e gli organi muoiono almeno in parte, perché il protoplasma si coagula e muore; sotto 0 °C l’acqua contenuta nelle cellule non gela, ma esce attraverso la membrana e si riversa negli spazi intercellulari, dove può aversi formazione di ghiaccio; si osservano allora la vitrescenza e la fragilità di foglie ecc., che sono fenomeni reversibili, ma con una ulteriore disidratazione del protoplasma, questo muore. La resistenza di certe piante al f. è dovuta alla presenza nel succo cellulare di sostanze solubili, particolarmente zuccheri, che abbassano la temperatura di congelamento e ritardano la coagulazione del plasma, e all’emissione di acqua dalla cellula, la quale viene a contenere soluzioni più concentrate. Il periodo più critico per la vegetazione non è tuttavia quello dei grandi f., bensì quello delle gelate notturne tardive, in primavera, e precoci, in autunno, epoche in cui le piante, più ricche di succhi e con tessuti più delicati (in primavera), sono meno resistenti. Gli effetti del f. e delle gelate possono essere riscontrati anche al livello del corpo legnoso, dove causano la formazione di cerchie soprannumerarie istologicamente diverse da quelle normali.
Per l’uomo la temperatura interna compatibile con la vita ha il limite minimo a 22-24 °C. A 32-34 °C (temperatura interna) insorgono i fenomeni dell’assideramento, mentre le singole funzioni cessano a temperature diverse: a 30-32 °C quelle della corteccia cerebrale, a 24 °C quelle della circolazione e del respiro; a 7 °C quelle dei nervi periferici. La difesa fisiologica contro il f. è funzione della termoregolazione (➔) che agisce incrementando la termogenesi e diminuendo la termolisi. Per quanto riguarda l’azione locale del f., essa dà luogo ai fenomeni del congelamento. Refrigerazioni più lievi abbassano, in genere, le resistenze organiche, dando luogo alle cosiddette malattie da f.: polmonite, faringite, nefrite, emoglobinuria ecc.
Per gli impieghi del f. in terapia e chirurgia ➔ crioterapia, ipotermia.