Attrezzo agricolo usato per maneggiare e caricare fieno, paglia e prodotti analoghi; è per lo più fatto di un ramo biforcuto di legno duro, ovvero di una forcella di ferro innestata sopra un manico di legno; la forcella può essere costituita anche da 3-4 denti ( rebbi) leggermen;te arcuati; si hanno anche f. meccaniche.
Specie di patibolo usato per eseguire impiccagioni; è costituito di regola da due pali di legno fissati verticalmente al terreno e congiunti in alto da un terzo legno, orizzontale; a questo si assicura il capestro, da passare intorno al collo del condannato. La f., in questa o in altre forme più o meno somiglianti, fu fino al 19° sec. lo strumento più comune tra i molti con cui veniva inflitta la pena di morte; l’impiccagione alla f. fu talvolta complicata con particolari inasprimenti, destinati a renderla, secondo i casi, più disonorevole o più dolorosa. Le f. potevano essere erette di volta in volta, oppure in permanenza, sia per accrescere il terrore dei malviventi, sia per dimostrare pubblicamente la potenza dei sovrani, dei feudatari, dei comuni che esercitavano la giustizia criminale.
Nella pubblicistica politica, si designa con il vocabolo polemico forcaiolo il reazionario che applica o auspica l’uso di mezzi di repressione spietati contro gli elementi progressisti. Fu usato dalla fine del 19° sec. (forse dopo i tumulti di Milano del 1898) e diffuso da L. Bertelli (Vamba) e L. Beltrami con il libretto Avventure di un forcaiolo.
Per le F. caudine ➔ Caudina, Valle.