forme musicali
I diversi modi di organizzare i suoni nella storia della musica
L'organizzazione dei suoni ha dato vita con il passare dei secoli a diverse forme musicali. Tragedia greca, canto gregoriano, forme polifoniche medievali e rinascimentali, l'opera, la sonata strumentale e il concerto barocco, il classicismo e il romanticismo, la musica moderna: l'evoluzione della forma musicale si sviluppa in parallelo con i fenomeni sociali e culturali della storia dell'uomo
Con la parola forma si intende il modo in cui un brano musicale è costruito e modellato a partire dal materiale sonoro di partenza: suoni vocali, strumentali, elettronici, rumori. Per questo motivo in musica si parla di forme vocali, destinate alla voce, e forme strumentali, destinate agli strumenti.
Il materiale sonoro è poi formato di elementi, di parti. Il linguaggio verbale, per esempio, si compone di vocali, consonanti, sillabe, parole, frasi e periodi, che vanno a costituire forme letterarie quali il sonetto, la favola, il romanzo e così via. Anche la musica è composta di parti quali l'inciso, la frase, il soggetto, il periodo, il tema, la sezione, il movimento.
Le diverse combinazioni delle unità che compongono il linguaggio musicale danno vita a forme musicali differenti, assai diverse a seconda delle epoche storiche e del materiale sonoro impiegato.
Nell'antica Grecia del periodo classico (5°-4° secolo a.C.) la forma di teatro più importante era quella della tragedia, in cui si univano poesia, musica, danza e azione scenica. Vi erano suonatori, solisti vocali e un coro che serviva a commentare l'azione.
Con il cristianesimo si svilupparono canti sacri adatti ad accompagnare i riti. Questo repertorio, noto come canto gregoriano, è in lingua latina e per sole voci che eseguono insieme un'unica melodia. Nel canto gregoriano si distinguono due principali forme: la salmodia, cioè l'intonazione sillabica dei Salmi (testi dei salmi e dei cantici della Bibbia) e l'innodia, cioè il canto degli Inni (testi poetici di lode a Dio). Anche la Messa, cioè il servizio liturgico più importante della Chiesa cattolica, fu una forma musicale. A questo repertorio ufficiale vennero aggiunti via via canti di diversa natura, come i tropi e le sequenze. Un tropo è una trasformazione di un canto attraverso l'aggiunta di nuove parole o note; una sequenza è l'aggiunta di parole ai lunghi melismi, cioè alle lunghe melodie dell'Alleluya.
Ma nel Medioevo non vi era solo musica sacra: sorse infatti tra l'11° e il 13° secolo un canto profano a opera di poeti-musicisti chiamati trovatori e trovieri (i primi nella Francia del Sud, i secondi in quella del Nord). Queste canso, ossia canzoni monodiche che univano un testo poetico e la musica, potevano avere forme differenti. Una era quella del rondeau, legata in origine alla danza in tondo, formata da due unità melodiche diverse che si susseguivano e di cui una aveva funzione di ritornello.
Dal 9° secolo in poi nel canto liturgico si fa strada la pratica di sovrapporre una seconda voce a quella del canto gregoriano. Nasce così la polifonia, ossia la presenza in uno stesso momento di due o più melodie. La Messa diventa polifonica: sulla base di un canto già esistente vengono aggiunte diverse voci una sull'altra. Il mottetto mette insieme più voci e persino più lingue, anche se in seguito userà solo quella latina. Tra le forme profane vi è la caccia, i cui versi, in lingua volgare, descrivono scene di caccia o di vita quotidiana. La caccia è basata sul canone, che è una forma di imitazione delle voci che cantano la stessa melodia come 'inseguendosi'.
Tra le forme che si sviluppano nel Medioevo ed evolvono nel Rinascimento c'è il madrigale. Il madrigale rinascimentale è basato su uno stretto legame tra poesia e musica. La musica segue le sezioni del testo e ne illustra attraverso i suoni le immagini e i contenuti.
Agli inizi del 17° secolo vi è una crescita della musica strumentale. In principio si suonarono con gli strumenti composizioni originariamente vocali. Poi sorsero nuove forme più direttamente concepite per gli strumenti. Alle origini delle forme strumentali barocche troviamo strutture non rigidamente precostituite quali la toccata, il preludio o la fantasia. Nel corso del secolo si giunge a forme più estese la cui articolazione formale tende a stabilizzarsi. La sonata è una composizione in più movimenti in cui si alternano pezzi veloci e lenti. Anche la suite (dal francese "seguito") indica una serie di pezzi veloci e lenti disposti uno dopo l'altro che in origine erano danze (allemanda, corrente, sarabanda, giga). Il concerto grosso, in cui si alternano movimenti lenti e veloci, contrappone un gruppo di solisti (concertino) all'orchestra (concerto grosso). Nel Barocco nascono inoltre forme vocali importante quali l'opera, l'oratorio e la cantata. Tra queste l'opera avrebbe avuto un grande sviluppo e una continua trasformazione fino al Novecento.
L'opera è una forma che unisce musica, parola (libretto) e scena. Nata nel Seicento, essa è strutturata in recitativi e arie che si susseguono. Il recitativo, lettura intonata del testo, è generalmente accompagnato dal clavicembalo e porta avanti l'azione drammatica. L'aria, canto melodico accompagnato dall'orchestra, esprime invece gli stati d'animo dei personaggi. Nel Settecento una forma molto diffusa è l'aria col da capo, di struttura tripartita (due sezioni diverse, A, B, seguite dal da capo, ossia dalla ripresa variata di A). Nell'Ottocento, questa successione di arie e recitativi chiamata a numeri chiusi si evolve in forme sempre più articolate e complesse, fino a scomparire nel 19° secolo con l'opera di Wagner in una forma operistica continua che inserisce il canto nel tessuto orchestrale.
Il periodo che va dal 1770 ai primi anni dell'Ottocento e in cui operarono Haydn, Mozart e Beethoven è chiamato dagli studiosi classico. Nasce in questa fase storica la forma-sonata, un principio formale che viene applicato alle principali composizioni che si diffondono in quell'epoca: la sonata per uno o più strumenti, il quartetto, il concerto solistico, la sinfonia. Una forma-sonata, in genere presente nel primo movimento di una sonata, quartetto o sinfonia classici, è costituita da tre parti: una prima parte, l'esposizione, in cui due temi vengono presentati il primo nella tonalità principale, il secondo in una tonalità contrastante; una seconda parte, lo sviluppo, in cui il materiale tematico è elaborato; infine una terza, la ripresa, in cui i due temi dell'esposizione tornano entrambi senza contrasto, nella tonalità principale (v. fig.).
Il quartetto, composizione prevalentemente per due violini, viola e violoncello, il concerto, per strumento solistico e orchestra, la sinfonia per orchestra sono le grandi forme del classicismo che saranno sviluppate nel successivo romanticismo.
Nel periodo romantico vengono ampliate le forme del classicismo e ne nascono nuove: tra queste menzioniamo il cosiddetto pezzo breve, 'di carattere', generalmente per pianoforte, che esprime i sentimenti dell'artista ma anche atmosfere, situazioni, immagini da lui colte. Il rapporto tra musica e letteratura, così importante nell'Ottocento, si realizza con il Lied (in tedesco "canzone") in cui una o più voci vengono accompagnate dal pianoforte o dall'orchestra, ma anche con il poema sinfonico, che fu concepito da Franz Liszt, che è un lungo pezzo per orchestra ispirato a poesie, romanzi o altri spunti extramusicali.
Nel Novecento le grandi forme musicali del passato vengono in molti casi riprese e rielaborate. Nella musica moderna i compositori inventano anche nuove forme sempre più personali. Un esempio è la forma ad arco dell'ungherese Béla Bartók che costruisce spesso le sue musiche in modo simmetrico (ABCBA).
Menzioniamo inoltre gli esperimenti dell'americano John Cage che inserisce il principio del caso nella musica lasciando agli esecutori gran parte delle scelte di forma. L'uso dell'elettronica e del computer ha poi aperto la strada a ulteriori sperimentazioni formali innovative.