(Gruppo degli otto) Foro informale di cooperazione internazionale tra i paesi più industrializzati del mondo (Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Gran Bretagna, Russia, USA), consistente in riunioni annuali dei capi di Stato e di governo tenutesi dal 1997 al 2014 per discutere questioni internazionali di interesse comune. Le riunioni si sono spesso tradotte in azioni concertate degli Stati partecipanti, da cui la progressiva istituzionalizzazione dei vertici.
I vertici dei paesi più industrializzati si svilupparono dal 1975 (a margine della Conferenza di Rambouillet); al primo parteciparono Francia, Giappone, Italia, Gran Bretagna, Repubblica Federale Tedesca, Stati Uniti, che formarono il Gruppo dei sei (G-6); il Canada fu ammesso a partire dalla seconda riunione (G-7; San Juan, Puerto Rico, 1976); la Comunità economica europea dal vertice di Londra del 1977; il pieno coinvolgimento della Russia (Birmingham 1999) decretò la nascita del G-8.
Nel corso degli anni, da questioni di ordine prevalentemente finanziario, i vertici si sono progressivamente occupati di questioni macroeconomiche, relative al commercio internazionale, alle relazioni con i paesi in via di sviluppo, al terrorismo, al traffico di armi, alla tutela dei diritti umani e dell’ambiente. Strumento progressivamente meno adeguato di indirizzo delle trasformazioni, il Foro ha talora rappresentato l’occasione di manifestazioni antiglobalizzazione, talvolta represse con ingiustificata violenza dalle forze dell’ordine, come a Genova nel 2001.
La necessità di ampliare il confronto in materia di politica ed economia internazionale ha portato alla prassi di incontri allargati ad altri paesi. Sono iniziate così le riunioni del G-20, cui partecipano anche: Australia, Arabia Saudita, Argentina, Brasile, Cina, Corea del Sud, India, Indonesia, Messico, Repubblica Sudafricana, Turchia e l’Unione Europea.