Nome storico, ma tuttora in uso, con il quale si designa la parte meridionale dell’altopiano della Palestina, fra il Mar Morto e il Mar di Levante. È la parte più elevata dell’altopiano. La piovosità è scarsa e si riduce via via verso la costa, perciò i corsi d’acqua defluenti verso il Mediterraneo sono poveri e per molti mesi asciutti. A oriente l’altopiano degrada ripido verso il Mar Morto: povero di piogge, questo versante è scarsissimo di acqua e forma il deserto di Giudea. I fianchi dell’altopiano sono coltivati a olivo, vite e alberi da frutto. Le comunicazioni sono poco agevoli, tranne lungo la dorsale, su cui scorre la strada principale Nābulus-Bĕ’ēr Sheva e si trovano i centri maggiori (Gerusalemme, Betlemme, Hebron).
La provincia romana della Iudaea fu costituita nel 6 d.C. da Augusto nella G. propriamente detta, con la Samaria e l’Idumea. Fu amministrata da procuratori di rango equestre, il cui governo fu sospeso dal 41 al 44. La G. fu turbata da agitazioni religiose e nazionaliste; la rivolta generale scoppiò durante il governo di Gessio Floro nel 66; Vespasiano in una serie di campagne che durarono fino al 69 riprese il paese a eccezione di Gerusalemme, che fu conquistata e distrutta da Tito nel 70. Quando Adriano intorno al 130 vietò la circoncisione e ordinò la ricostruzione di Gerusalemme come colonia romana sotto il nome di Aelia Capitolina, la rivolta divampò per tre anni, sotto la guida di Eleazaro e Simon Bar Kōkĕbāh; la riconquista fu dovuta a Giulio Severo. La provincia fu quindi detta Siria Palestina.