Giocoliere e cantastorie del tardo Medioevo. Il termine iocularis appare nei testi, a partire dal 9° sec., quale sinonimo di mimus e histrio, che poi sostituì del tutto, assumendo i significati di saltimbanco, buffone, acrobata, esperto nei modi di divertire il pubblico con il canto, con i suoni, con la danza, con la recitazione. Fra il 10° e il 13° sec. i g. si diffusero in Francia, in Italia, nella Penisola Iberica, nelle zone anglo-normanne e germaniche e in quelle latine d’Oriente. Vivendo ai margini della vita sociale, operando nei crocicchi delle strade di grande traffico, nei dintorni di santuari rinomati, nelle piazze e nei castelli, conducevano un’esistenza vagabonda e irregolare cui partecipavano anche donne (le giullaresse, che affiancano all’attività istrionica la prostituzione), clerici vagantes datisi alla vita secolare (➔ goliardi), frati eterodossi e ribelli; i g. diventarono così per la Chiesa simbolo di licenza e corruzione. A partire dal 12° sec. cominciarono a divenire autori in proprio, accogliendo accanto al repertorio buffonesco quello letterario, diffondendo le Chansons de geste e rielaborandone il contenuto.
Collocati presso un protettore o presso una corte, la loro qualifica cambiò in ‘menestrello’; non pochi trovatori di lingua provenzale come Marcabru, Peire Vidal, Raimbaut de Vaqueiras ebbero origine giullaresca.