Ogni dottrina etica, sociale o politica che ponga a suo fondamento i diritti dell'individuo. In senso peggiorativo, la tendenza a far prevalere in modo eccessivo gli interessi individuali su quelli collettivi.
È detta i. economico la concezione degli economisti classici (da A. Smith a D. Ricardo) secondo la quale la società non è altro che la somma degli individui, le cui azioni sono guidate dalla naturale inclinazione a realizzare la massima soddisfazione; basta quindi indagare l'agire del singolo per dedurre le leggi economiche ed è sufficiente lasciare gli individui liberi di perseguire i propri interessi, nel quadro di regole eguali per tutti, per conseguire, con la concorrenza, l'interesse generale.
La rivendicazione dei diritti degli individui contro ogni forma di potere collettivo (soprattutto Chiesa e Stato) ha informato soprattutto il pensiero moderno e, in particolar modo, il liberalismo. Per quest'ultimo il potere dello Stato nasce per tutelare i diritti degli individui ed è quindi limitato da essi nella sua sfera d'azione.
Dottrina secondo la quale ogni fenomeno sociale va spiegato in termini di azioni e preferenze individuali. Tale principio, formulato originariamente da C. Menger, è stato in seguito sostenuto da M. Weber (che lo estese dal campo dell'economia a quello delle scienze sociali), da J.A. Schumpeter (che coniò l'espressione e distinse l'i. metodologico da quello etico-politico) e da F.A. von Hayek. Influenzato soprattutto da quest'ultimo, K.R. Popper si è richiamato a tale dottrina in polemica con il collettivismo e l'olismo, ossia con la tendenza a rappresentare la società come un organismo, nel quale le parti non sono autonome, ma traggono senso e significato dal tutto, che si evolve secondo una logica sua propria.