infallibilità Secondo la Chiesa cattolica, prerogativa conferitale da Gesù Cristo perché fosse fedele custode e trasmettitrice del deposito di verità affidatole. Importa una speciale assistenza divina, che preserva dalla possibilità di errare nella custodia ed esposizione della verità rivelata, sia dogmatica sia morale. La tradizione teologica fonda questa prerogativa su alcuni testi neotestamentari: le porte dell’inferno, e quindi dell’errore, non prevarranno contro la Chiesa (Matt. 16, 18); lo spirito di verità le insegnerà ogni verità, rimanendo con essa in eterno (Giov. 14, 16-26); Cristo rimarrà con i suoi apostoli, ai quali affida la missione di istruire tutte le genti, fino alla consumazione dei secoli (Matt. 28, 20; Marco 16, 16). Per questa assistenza si ritiene che i pastori e i fedeli non possano nella loro universalità errare nell’ammettere una dottrina come dogma (infallibilitas in credendo) e che la gerarchia dirigente e docente della Chiesa non possa errare nel proporre i dogmi (infallibilitas in docendo); quest’ultima i. è propria in modo speciale del papa, secondo la definizione del concilio Vaticano I, quando compie il proprio ufficio di pastore e dottore di tutti i cristiani, cioè parla ex cathedra (costituzione Pastor aeternus del 10 luglio 1870, ribadita dal concilio Vaticano II, nella costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen gentium del 1964).