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Fibra tessile che si ricava dalla corteccia macerata di piante di diverse specie del genere Corchorus, piante erbacee annuali della famiglia Tigliacee, e specialmente da Corchorus capsularis e da Corchorus olitorius: il primo, originario dell’India, è un’erba alta fino a 3 m, con fusto poco ramoso, foglie ovato-oblunghe seghettate, fiori piccoli, gialli, capsula allungata, pentagona, con molti semi; il secondo, del pari di origine indiana, è molto simile al precedente; la fibra è contenuta nella proporzione del 4-8% della massa della pianta verde.

La cosiddetta i. cinese è la fibra che si ricava da Abutilon avicennae, coltivato in Russia e Argentina.

Lavorazione

Le piante, dopo la raccolta, vengono sottoposte alla macerazione; le fibre, liberate dai corpi estranei, sono lavate ed essiccate e inviate alle presse, dove vengono composte in balle di massa e volume uniformi e quindi agli iutifici per le successive lavorazioni. La fibra tessile è bianca, tendente al giallognolo o al grigio argento; ha un aspetto lucente e serico ma è piuttosto grossolana; è composta di cellulosa (64%), emicellulose (12%), lignina (12%), oltre a sostanze pectiche e grassi. Il ciclo di lavorazione nella filatura della i. è simile a quello della canapa. Le fibre, dopo la cernita, passano alle ammorbidatrici, macchine costituite da una serie di coppie di rulli scanalati a elica attraverso cui passano i fasci filamentosi, che contemporaneamente ricevono una pioggia di un’emulsione di sostanze grasse in acqua. Le fibre così trattate sono lasciate in riposo per circa 48 ore nell’emulsione; nello stesso tempo avviene un principio di fermentazione che favorisce lo scioglimento delle sostanze collanti. Seguono le operazioni di filatura, cardatura, pettinatura, stiramento, affinatura nei banchi a fusi, alla cui uscita il nastro subisce una leggera torsione, che ne fa uno stoppino, il quale va ad avvolgersi sui rocchettoni.

Produzione

I tessuti di i. comunemente servono alla produzione di imballaggi e di sacchi. India e Bangladesh sono i due principali produttori che assicurano tuttora poco meno del 70% del totale; al terzo posto figura la Cina. Negli ultimi decenni, comunque, l’industria della i. ha subito una forte concorrenza per il diffondersi di tessuti ottenuti con bandelle di materiale propilenico.

Vedi anche
rafia Nome comune delle palme del genere Raphia e dei nastri costituiti dall’epidermide superiore delle foglie di alcune specie. Questi ultimi sono usati nell’industria del canestraio in luogo della paglia e in agraria per legare innesti, piante ecc. rafia da film Materia prima dell’industria tessile, ottenuta ... Bangladesh Stato dell’Asia meridionale, sull’Oceano Indiano (Golfo del Bengala). Il confine terrestre lo divide dall’India, e solo per un brevissimo tratto, all’estremo SE, dal Myanmar. Fino al 1971 costituiva la provincia orientale dello Stato del Pakistan, del tutto separata dal resto del paese. 1. Caratteristiche ... India India  Stato dell’Asia meridionale, per estensione il terzo dell’Asia e il settimo del mondo. Il confine terrestre, a NO col Pakistan, a NE con Cina, Nepal e Bhutan, a E con Myanmar e Bangladesh, si sviluppa per circa 14.100 km (in contestazione sono il controllo del Kashmir, ripartito con una linea ... cotone Nome con il quale si designano le specie appartenenti al genere Gossypium (famiglia Malvacee) e i peli che rivestono i semi e che sono utilizzati come materia tessile. 1. Caratteri botanici Le specie spontanee di Gossypium sono suffrutici o frutici, alte 1-4 m; le forme coltivate sono anche annue. Tutte ...
Categorie
  • TAPPETI E FIBRE TESSILI in Vita quotidiana
Tag
  • FIBRA TESSILE
  • EMICELLULOSE
  • BANGLADESH
  • EMULSIONE
  • CELLULOSA
Altri risultati per iuta
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    (XX, p. 53; App. II, 11, p. 132; III, 1, p. 940) Ornella Grandis La produzione di i. nel quindicennio 1960-75 non presenta variazioni di rilievo; un certo incremento è rilevabile negli anni tra il 1970 e il 1973, seguito da una modesta riduzione, tale da riportare la produzione sui livelli del quinquennio ...
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    (XX, p. 53; App. II, 11, p. 132) Basilio DESMIREANU Le statistiche della produzione mondiale della i. comprendono anche la produzione delle fibre affini che sono: la canapa ambary (nella Cina), il kenaf o mesta (hibiscus cannabinus) nell'URSS, India e Thailandia, l'urena lobata e il cephalonema polyandrum; ...
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  • IUTA
    Enciclopedia Italiana (1933)
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Vocabolario
iuta
iuta s. f. [dall’ingl. jute, che è dal bengalese jhōṭo o jhuṭo, cfr. sanscr. jūṭa o jatā «treccia di capelli»]. – 1. Fibra tessile che si ricava dalla corteccia macerata di piante erbacee annuali del genere corcoro, coltivate in molti paesi...
iutièro
iutiero iutièro agg. [der. di iuta]. – Della iuta, relativo alla produzione e lavorazione della iuta: industria iutiera.
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