Operazione consistente nel porre a contatto con acqua o altro solvente una data sostanza, allo scopo di estrarne qualche costituente solubile, o di eliminarne alcuni componenti predisponendola a eventuali trattamenti successivi.
Trova impiego nella tecnologia farmaceutica (preparazione di estratti medicinali) e di altre industrie (canapa, lino, iuta ecc.). Nel primo caso si lascia per un certo tempo (qualche ora) la sostanza da macerare (droghe, foglie, fiori, cortecce ecc.), tagliuzzata o ridotta in polvere grossolana, preventivamente lavata, a contatto con il solvente prescelto, agitando di tempo in tempo; l’operazione si pratica quando la sostanza contiene componenti volatili che potrebbero perdersi, o quando si desidera portare in soluzione solo alcuni componenti, o quando il solvente potrebbe alterarsi eseguendo l’estrazione coi metodi usuali a caldo. La m. cui vengono sottoposte le fibre librose (canapa, iuta ecc.) prima della filatura ha lo scopo di rendere, tramite fermentazione, solubili e quindi asportabili le lignine e le sostanze pectiche, le quali tengono saldate le fibre tra di loro e allo stelo. A seconda del procedimento usato si distingue in: m. rustica, che è compiuta direttamente dall’agricoltore subito dopo il taglio del prodotto e può essere del tipo alla rugiada o in acqua; m. industriale, nella quale gli steli, parzialmente stigliati, vengono immersi in vasche di acqua mantenuta alla temperatura di 30-37 °C, con aggiunta di colture microbiche o sostanze chimiche capaci di accelerare la fermentazione; m. esclusivamente chimica, molto delicata, perché comporta il grave inconveniente di accompagnare allo scioglimento delle sostanze pectiche e delle lignine una notevole degradazione della cellulosa. I metodi più diffusi sono quindi i primi due.
Un caso particolare di m. nell’industria tessile è quella dei bozzoli. Ha lo scopo di provocare un rammollimento della sericina negli strati esterni, in modo da facilitare la successiva trattura; si esegue tenendo immersi i bozzoli in acqua calda sul banco di trattura, o con bagnatura e susseguente vaporizzatura.
Il luogo o recipiente in cui si esegue la m. delle fibre librose o, nell’industria della carta, la vasca in cui vengono immersi gli stracci, le cartacce ecc. per preparare la pasta da cui si ricava di nuovo la carta viene chiamato macero. La fauna dei maceri è quella che popola le acque dei maceri. Durante la m. i principali costituenti del plancton dei maceri, cioè rotiferi, cladoceri e copepodi, muoiono dopo aver deposto uova durevoli che sopravvivono al periodo di m. della canapa, durante il quale certe forme di Protozoi (flagellati e ciliati) raggiungono il massimo sviluppo quantitativo e specifico. Nei maceri sono allevati in Italia (prov. di Bologna e di Ferrara), nel periodo che precede l’affondamento della canapa, i pesci rossi (Carassius auratus).