Naturalista e glottologo norvegese (Volda 1813 - Oslo 1896), contribuì con i suoi studi filologici ("Grammatica della lingua popolare norvegese") alla rinascita nazionale, aprendo una polemica linguistica ancora viva.
Contadino, autodidatta, poi maestro di scuola, percorse in lungo e in largo la Norvegia per studiarne i dialetti rurali, soprattutto quelli occidentali, da lui considerati l'espressione più pura dell'antica cultura autoctona anteriore al secolare predominio danese. Alla rinascita nazionale (la dichiarazione ufficiale dell'indipendenza dalla Danimarca è del 1814) egli contribuì così con i suoi studi filologici, culminanti nella "Grammatica della lingua popolare norvegese" (Det norske Folkesprogs Grammatik, 1848; nuova ed. del 1864 col titolo: Norsk Grammatik), nel "Dizionario della lingua popolare norvegese" (Ordbog over det norske Folkesprog, 1850; rielaborato e accresciuto, 1871-1873, col titolo Norsk Ordbog) e nei "Saggi del Landsmal di Norvegia" (Prøver av Landsmål i Norge, 1853): scritti che sintetizzano il suo programma patriottico-scientifico, a un tempo illuministico e romantico: illuministico per l'idea di creare una nuova lingua letteraria (che chiamò Landsmål o lingua provinciale, in contrasto a quella ufficiale cittadina di tradizione danese, cioè al Riksmål o lingua di stato); romantico per l'idea di vitalizzarla attingendo alle fonti del popolo e della storia. Ma nella Norvegia della prima metà dell'Ottocento non esisteva più, come durante il Medioevo, una provincia culturalmente predominante, sicché il Landsmål di Aa. restò una parziale sintesi di dialetti d'impronta fortemente arcaica, cui altri contrapposero quelli di altre regioni, aprendo così quella polemica linguistica che ancor oggi è una delle insegne più vistose della vita culturale norvegese.