Fenomeno, dovuto al moto di rotazione e al moto di rivoluzione della Luna, per cui a un osservatore terrestre la Luna non mostra esattamente sempre lo stesso emisfero: per effetto della l. la parte della Luna visibile dalla Terra è un po’ più della metà (circa 59/100) della superficie totale. Il fenomeno fu scoperto da G. Galilei, che lo chiamò titubazione; poi fu descritto, studiato e spiegato da G.B. Riccioli, J. Hevelius, F.M. Grimaldi, G. Cassini. Si distinguono tre tipi di l.: la l. in longitudine, per cui è possibile in alcuni periodi osservare, verso il lembo orientale o verso quello occidentale, parte dell’emisfero lunare invisibile, per un’ampiezza di circa 8°; è dovuta al fatto che la Luna non percorre con velocità costante l’orbita intorno alla Terra; la l. in latitudine, per cui, a un osservatore terrestre, i due poli lunari non si mostrano sempre nello stesso modo; il fatto dipende dalla non perpendicolarità dell’asse di rotazione della Luna rispetto al piano orbitale; la l. diurna o parallattica, per cui un osservatore in un dato punto della Terra, a causa del moto di rotazione terrestre, può, per un effetto di parallasse, vedere per un’ampiezza di 1° circa, la parte della superficie lunare che è altrimenti invisibile.