Nella classificazione più diffusa nei paesi latini, gruppo di carboni fossili in stadio relativamente poco avanzato di carbonizzazione. A seconda delle caratteristiche degli originari bacini di sedimentazione, si possono avere l. umiche o lignocellulosiche, provenienti dalla trasformazione di parti legnose, e l. prevalentemente bituminose (carboni sapropelici), in cui la materia combustibile proviene da spore, cuticole, cere, resine, alghe, piuttosto che da legni in senso stretto. La composizione chimica media rientra, escludendo le ceneri, nei seguenti limiti: carbonio 55-75%, idrogeno 3-6%, ossigeno 19-25%.
In base all’aspetto, colore, struttura, frattura, compattezza, si distinguono diversi tipi: l. xiloide (o piligno), tenace, a tessitura legnosa, di colore bruno in massa, chiara se in polvere; l. picea, nera, lucida, compatta, con frattura concoide; l. torbosa (termine di passaggio alla torba), nera, abbastanza friabile; l. terrosa, brunastra, friabile se asciutta; l. bruna, omogenea, compatta, di color bruno-scuro; l. scistosa, nera, in livelletti e strati sottilissimi che simulano piani di scistosità; giaietto, nera, molto compatta, lucente, a volte usata per oggetti ornamentali; disodilo, lamellare, molto leggera e friabile, di colore giallo-bruno.
Le caratteristiche termiche e fisiche, che determinano il pregio delle l., sono estremamente variabili da tipo a tipo; per es., la densità varia tra 1,1 e 1,4 kg/dm3, il potere calorifico superiore tra 6000 e 30.000 kJ/kg (tra 1400 e 7000 kcal/kg), l’umidità tra il 30 e il 60%.
Trattandosi di combustibile molto povero, lo sfruttamento economico della l. è legato all’utilizzazione in centrali termoelettriche vicine ai giacimenti o alla sua trasformazione in prodotti che ne rendano conveniente il trasporto. I trattamenti si riducono sostanzialmente a due, e cioè: arricchimento del minerale per eliminazione dell’acqua e bricchettazione; gassificazione per distillazione e parziale combustione. Nella fase di arricchimento, la l. con il brusco riscaldamento si frantuma in piccoli pezzi; essa va quindi utilizzata in focolari con griglie particolari, oppure va preventivamente bricchettata, cioè pressata, con l’aggiunta di agglomeranti (pece, catrame ecc.) e formata in mattonelle, ovoidi, cilindri. La gassificazione per distillazione viene effettuata a temperature di 500-600 °C in forni speciali, e si ottiene un gas con potere calorifico di 4.000 kJ/m3 (1000 kcal/m3).