Nella lavorazione del riso, operazione che ha lo scopo di rendere levigata la superficie dei grani, ciò che si può ottenere nelle pile o con la brillatura o trattando i grani con olio.
Operazione di finitura dei pezzi metallici, intesa a eliminare la scabrosità per conferire alla superficie un aspetto brillante e speculare effettuata con la lucidatrice. La macchina, nella sua forma più semplice è costituita essenzialmente da un motore, per lo più elettrico, che mantiene in rapida rotazione un elemento di forma opportuna (dischi, spazzole ecc.) posto a contatto della superficie da lavorare e sul quale è incollato o incorporato un abrasivo molto fino. Nelle lucidatrici per metalli, l’elemento rotante è per lo più un disco con abrasivo sulla periferia (lucidatrici ad azione periferica) o su una delle facce (lucidatrici ad azione frontale).
Le lucidatrici per marmo, dette anche lucidatrici-levigatrici perché compiono anche la levigazione, portano uno o più dischi di ghisa, guarniti di carborundum o di smeriglio, come organo abrasivo. Quelle per pavimenti, dette anche arrotatrici, si basano sullo stesso principio di funzionamento di quelle per il marmo e sono spostabili a mano con molta facilità. Le piccole lucidatrici per uso domestico sono costituite da un contenitore metallico o di materia plastica, nel quale è racchiuso un motore elettrico che mette in rotazione tre o più dischi di feltro o spazzole circolari che si appoggiano al pavimento durante la lucidatura.