Scrittore portoghese (n. forse 1525 - m. 1580). I dati biografici, desunti in gran parte dalla sua opera, sono quasi tutti incerti. Nacque presumibilmente a Lisbona (o forse a Coimbra) e la sua formazione culturale avvenne con tutta probabilità mediante studî regolari presso l'università di Coimbra. Fu confinato a Ceuta (forse a causa di un amore per una dama di palazzo, Catarina de Ataíde, cantata col nome di Natércia), dove perdette un occhio combattendo. Di ritorno a Lisbona, frequentò di nuovo la corte finché nel 1553 fu esiliato in India a causa di una rissa. A Goa nacque l'ispirazione del suo capolavoro, Os Lusíadas, miracolosamente salvati, secondo la tradizione, da un naufragio sulla via del ritorno in patria (1569). Tornato in Portogallo, visse ancora alcuni anni una vita molto povera, nonostante la pensione concessagli dal re. Oltre ai Lusíadas che, pubblicati nel 1572, gli dettero subito fama in Italia e in Spagna (dove furono tradotti prima della sua morte), il nome di C. rimase legato alle Rimas, pubblicate tra il 1595 e il 1598. Si tratta di numerose composizioni che riflettono sia la tradizione poetica peninsulare (cantigas, vilancetes, glosas, redondilhas, ecc.), sia la corrente classico-italianeggiante (egloghe, elegie, sonetti, ottava rima ecc.); un certo gusto per il gioco formale e per una sorta di complicato concettismo rese particolarmente cara questa poesia alla Spagna barocca. Tra le opere minori del poeta sono da ricordare alcune composizioni drammatiche: El Rei Seleuco (nella cui trama la tradizione ha letto allusioni a vicende di corte), gli Enfatriões (giovanile riduzione dell'Amphitruo di Plauto) e il Filodemo. Il poema Os Lusíadas ("I Lusiadi", cioè i portoghesi, dal nome di Luso, figlio di Bacco, conquistatore del Portogallo) è l'opera della letteratura portoghese che ha avuto maggiore diffusione nel mondo. La revisione critica del testo presenta numerosi problemi, nonostante che il poema sia stato pubblicato quando il poeta era ancora in vita (due edizioni, senza notevoli varianti, già nel 1572). Si tratta di un poema epico in ottave (raggruppate in 10 canti) che esalta nella figura del suo protagonista, Vasco da Gama, gl'ideali dell'espansionismo portoghese. L'autore si ricollega al genere eroico-cavalleresco (in particolare a quello italiano), ma la materia storica è ancora troppo determinata, per cui egli finisce per costruire, in una sovrapposizione di piani, due dimensioni poetico-narrative (una storica e una mitologica) che non riescono a fondersi completamente. Ma l'incanto e l'originalità dell'opera nascono in fondo proprio dall'incontro di questi diversi materiali presentati in un linguaggio poetico sonante e armonioso. Il poeta inserisce nel quadro della narrazione i suoi sogni idillici e la sua commozione davanti a ogni luce d'amore e di bellezza, il giovane amore di Inês de Castro, le nostalgiche rive del Mondego, la mostruosa figura di Adamastor (personificazione del Capo delle Tempeste, poi Capo di Buona Speranza), che racconta ai navigatori il suo doloroso amore: e su tutto un vario mondo di fantasia e di poesia, il respiro, l'ardore, la magnificenza sensuale della natura.