Fisiologo e biologo (Maureilhan, Béziérs, 1794 - Montgeron, Parigi, 1867). Studiò medicina all'università di Montpellier e nel 1814, con una presentazione del botanico A. de Candolle, si recò a Parigi nei laboratorî di G. Cuvier, che lo indirizzò a ricerche di fisiologia e neurofisiologia. Nel 1828 divenne membro dell'Académie des sciences e nel 1833 ne assunse la carica di segretario permanente, succedendo a Cuvier. Assieme a D.-F. Arago, fondò i Comptes rendus dell'Accademia. Professore al Collège de France dal 1832, fu accolto all'Académie française nel 1840. Studioso di vasti interessi, è noto soprattutto per le ricerche sul sistema nervoso, i cui risultati raccolse nel volume Recherches expérimentales sur les propriétés et les fonctions du système nerveux dans les animaux vertébrés (1824; 2a ed. ampliata, 1842). Con un programma di ricerche ereditato dalla biologia settecentesca, ancora teso a individuare e localizzare le proprietà del sistema nervoso, e con tecniche sperimentali di stimolazione meccanica e di ablazione di parti del neurasse, riuscì a precisare le funzioni di diverse strutture nervose. In particolare a lui si devono la scoperta del centro bulbare della respirazione (da lui chiamato noeud vital), la chiarificazione delle funzioni del cervelletto correttamente interpretato come organo di coordinazione dei movimenti di locomozione (scoperta in parte anticipata da L. Rolando), e la prima dimostrazione sperimentale che tutte le funzioni mentali dipendono dagli emisferi cerebrali. Guidato da un presupposto filosofico di dualismo interazionista sui rapporti mente-cervello, arrivò anche alla inesatta conclusione che gli emisferi cerebrali sono "ineccitabili e insensibili", cioè non controllano il movimento e la sensazione, e giunse ad affermare che la corteccia non è suddivisibile in aree distinte e separate, ciascuna preposta a una determinata funzione, cioè negò la differenziazione funzionale della corteccia e la possibilità di localizzazioni cerebrali, così come suggeriva una certa tradizione, ripresa e sviluppata da F. J. Gall e dal movimento frenologico. La vita mentale, invece, è per F. qualcosa di unitario che si collega a una struttura unica e indivisibile, la corteccia appunto, secondo quanto prescritto da una corretta interpretazione del dualismo cartesiano. Queste conclusioni, peraltro sorrette da alcuni dati sperimentali, ebbero un certo peso negli sviluppi della neurofisiologia, in quanto ritardarono l'avvio delle ricerche sulle localizzazioni corticali. Altri risultati conseguiti da F. furono la scoperta che alcuni disturbi dell'equilibrio dipendono da lesioni dei canali semicircolari dell'orecchio interno (1824-28), lo studio del ruolo del periostio nella formazione e crescita dell'osso (1842-47) e la descrizione delle proprietà anestetiche del cloroformio (1847). Scrisse biografie di scienziati e saggi scientifico-filosofici; si oppose alla frenologia e alla teoria di Darwin.