La credenza in un dio solo, propria delle religioni che si chiamano appunto monoteistiche. Queste sono, nell’ordine cronologico della loro formazione: il giudaismo, il cristianesimo e l’islamismo, tra cui esiste anche un evidente nesso genetico, in quanto il secondo è sorto dal primo, mentre il terzo presuppone entrambi. Monoteistico è anche lo zoroastrismo (mazdeismo, parsismo) che si è formato in seno e in contrapposizione all’antico politeismo iranico, degradando le divinità di questo – a eccezione di Ōrmazd, proclamato dio unico – al rango di demoni. Oltre a queste grandi religioni, il m. appare nella storia soltanto in dottrine o professioni di fede individuali (per es., in Grecia presso alcuni filosofi, tra cui Senofane nel 6° sec. a.C.) o in tentativi di riforma religiosa (per es., nell’Egitto antico sotto il faraone Amenhotep IV, 14° sec. a.C.), senza arrivare a costituirsi in religione collettiva e duratura. Caratteristica del m. è l’aspetto dottrinale che è sempre polemico nei riguardi del politeismo.