(TNP) Trattato approvato dall’Assemblea generale dell’ONU il 1° luglio 1968 ed entrato in vigore il 5 marzo 1970. Prevede che gli Stati in possesso di armamenti nucleari si impegnino a non cedere a terzi materiale fissile e tecnologia nucleare. Gli Stati non-nucleari, viceversa, sono tenuti a non mettere a punto armi di distruzione di massa o a non procurarsene. Inoltre, il trasferimento di materiale e tecnologie nucleari utilizzabili per scopi pacifici deve avvenire sotto lo stretto controllo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (➔ AIEA).
Il Trattato fu originariamente sottoscritto da 3 Stati nucleari dichiarati (USA, URSS e Gran Bretagna) e da 40 paesi non nucleari. All’inizio degli anni 1990 4 repubbliche scaturite dallo scioglimento dell’URSS (Russia, Ucraina, Bielorussia e Kazakistan), che ne hanno ereditato gli arsenali, hanno ratificato l’adesione al TNP. Francia e Cina vi hanno aderito nel 1992. Nel 1995 il Trattato è stato rinnovato a tempo indefinito; ogni 5 anni una Conferenza ne verifica l’attuazione e valuta lo stato dei progressi. Nel 2002 Cuba ha annunciato l’adesione al TNP, mentre Israele, Pakistan e India non vi hanno ancora aderito. La Corea del Nord, che si era unita al TNP nel 1985, ne è uscita nel 2003; controversa invece la posizione dell’Iran. Nel 2010 lo sviluppo del programma nucleare iraniano (da sempre oggetto di timori e attenzione da parte della comunità internazionale così come appunto quello dell’Iraq) è stato definito potenzialmente pericoloso dall’AIEA, sebbene non vi siano prove di armamento nucleare. Tuttavia le conseguenti sanzioni dell’ONU non sembrano aver intaccato l’avanzata iraniana verso il nucleare; il Paese infatti non ha rinunciato al suo programma, che del resto è formalmente orientato solo agli usi civili dell’atomo. Al 2022 il Trattato conta tra i suoi Stati Parte 191 Paesi.