Insieme di orientamenti e di tendenze emersi in Francia negli anni 1950, volti a rinnovare la tradizionale critica letteraria attraverso l’apporto di altre discipline (linguistica, sociologia, psicanalisi, antropologia ecc.). Si trovò al centro di un aspro dibattito quando nel 1965 R. Picard sferrò in Nouvelle critique ou nouvelle imposture un violento attacco al saggio di R. Barthes Sur Racine (1963), cui risposero lo stesso Barthes (Critique et vérité, 1966), J.-P. Weber (Néo-critique et paléo-critique ou contre Picard, 1966) e S. Doubrovsky (Pourquoi la nouvelle critique?, 1966). A questo ambito, che in opposizione all’‘oggettività’ del metodo filologico-storico di G. Lanson si distingue per una forte connotazione ideologica (marxismo, fenomenologia, esistenzialismo), possono essere ricondotte, oltre agli studi strutturalisti di Barthes e alla critica monotematica di Weber, istanze eterogenee e talvolta fra loro divergenti: la critica fenomenologica di G. Bachelard, il cui ruolo fu propriamente quello di un precursore; la critica sociologica di L. Goldmann; la psicocritica di C. Mauron; la critica tematica di G. Poulet, J. Rousset, J. Starobinski e J.-P. Richard; la nuova retorica di G. Genette; gli studi di semiologia di A.J. Greimas, T. Todorov e C. Bremond; le ricerche del gruppo di Tel quel.