Del pelago (dal gr. πέλαγος «mare»), cioè del mare aperto. In oceanografia, zona p., dominio p., distretto p., la regione del mare aperto, che ha limiti non precisamente determinabili né in senso orizzontale, né in senso verticale; comunemente si considera p. l’area oltre il margine esterno della zona litorale (piattaforma continentale). Per estensione si chiamano p. anche le zone più profonde dei grandi laghi. Talvolta si usa nello stesso senso il termine oceanico, cui compete però piuttosto un significato geografico.
In sedimentologia, il termine p. indica un ambiente di mare aperto, ma non necessariamente di acqua profonda; i sedimenti p. sono tuttavia presenti a profondità batiale o abissale e sono generalmente di due tipi: biogeni e non biogeni (abiogeni). I primi sono fanghi calcarei e silicei costituiti da scheletri di Foraminiferi planctonici, Coccoliti, Radiolari e Diatomee; i secondi sono invece costituiti da argille rosse o brune. La distribuzione dei vari depositi p. è controllata dalla produttività degli organismi nelle acque superficiali e dalla profondità di compensazione dei carbonati.
La fauna p. è costituita da specie che per tutta la vita o per un periodo continuo di essa vivono indipendenti dal fondo e dalle rive, in balia delle onde e delle correnti. I fattori fisici e chimici, luce, temperatura, salsedine, grado di acidità e alcalinità ecc. delle acque, regolano la distribuzione degli animali e delle piante in questo particolare ambiente biologico. Caratteristiche tipiche degli animali p. sono la trasparenza del corpo e la forte idratazione dei tessuti che conferiscono a esso una densità quasi eguale a quella dell’acqua di mare, condizione questa favorevole al galleggiamento. Altri mezzi per mantenersi in equilibrio in seno al liquido sono forniti agli organismi p. dalla presenza di materiali più leggeri, come bolle di gas o gocciole oleose, o di appendici e espansioni del corpo che ne aumentano la superficie di sostentamento. Molti organismi che da adulti appartengono alla fauna bentonica hanno larve e forme giovanili p.; così, per es., molti vermi, gli Echinodermi, i Crostacei, molti pesci Teleostei ecc. Spesso gli animali p. hanno colorazioni azzurre, come quelle tipiche di certe Meduse, certi Sifonofori, degli stadi larvali e post-larvali di alcuni Osteitti ecc. Gli animali p. sono in genere stenoalini e stenotermi. Si comprendono nella fauna p. anche animali che non sono galleggianti passivamente nell’acqua, ma sono attivi nuotatori, come i Cefalopodi, alcuni pesci (Clupeidi, Scombroidei ecc.), i Cetacei. Nella fauna p. si deve distinguere la fauna neritica, vivente al di sopra della piattaforma continentale, e la fauna batipelagica, che vive nelle zone profonde. In esse vivono molte forme di invertebrati, di Crostacei e di Cefalopodi, e di pesci, con caratteristiche preabissali, quali la presenza di organi luminosi, di occhi generalmente molto sviluppati e portati da peduncoli ecc. e altri adattamenti propri della vita sui fondi. Sotto la zona batipelagica si ha la zona abissale.
L’appellativo p. si usa anche per indicare la fauna d’alto lago (fauna limnetica) che comprende il plancton e i pesci p. di lago, per es. i coregoni, le trote, le alose ecc., costituenti del necton.