(gr. Περσεϕόνη) Divinità ctonia degli antichi Greci; regna nell’oltretomba, accanto al consorte Ade, con caratteristiche minacciose; parallelamente, col nome di Kore, è divinità agraria strettamente connessa con Demetra, della quale è figlia. Protettrice dell’agricoltura, ebbe culto specialmente nelle regioni tipicamente agricole della Grecia e anche in Occidente, in Magna Grecia e Sicilia. Nelle genealogie la P. infernale appare come figlia di Demetra Erinys (divinità punitrice) e Posidone, o figlia di Stige; come dea delle messi, è figlia di Demetra e di Zeus: i due aspetti della dea convivono nella vicenda del rapimento di P. da parte di Plutone. Molti luoghi di culto di P. venivano identificati con la località dove si diceva fosse avvenuto il rapimento (Eleusi, Ermione, Feneo in Arcadia, Cnosso a Creta, Ipponio in Magna Grecia, Enna e Siracusa in Sicilia).
Le feste in onore di P. sono in generale comuni con quelle di Demetra (famosissimo il culto in Eleusi); particolarmente le nozze di P. con Plutone erano festeggiate nelle teogamie e nelle anacalipterie. Queste feste agrarie celebravano la fine dell’estate e l’inizio della stagione invernale, durante la quale P. scendeva nell’Ade.
La dea P. passò, tra il 5° e il 3° sec. a.C., nella religione dei Romani, che la venerarono col nome di Proserpina. Il suo culto, secondo una leggenda, fu stabilito a Roma insieme con quello di Dite, in occasione di una pestilenza; invece, secondo Varrone e Tito Livio, esso sarebbe stato introdotto nel 249 a.C. per ordine dei Libri Sibillini, consultati a causa di insoliti prodigi, con sacrifici nel Tarentum. Si ritiene probabile che la città greca di Taranto sia stata il luogo di origine in Italia del culto della dea, passato (5° sec. a.C.) in Apulia, e circa due secoli dopo in Roma, dove P. fu identificata con l’indigena Libera.
L’arte antica ha raffigurato soprattutto la scena del ratto di P. sul carro di Plutone (pinakes fittili di Locri e sculture votive magnogreche, urne etrusche, pitture e sarcofagi romani) e P. accanto allo sposo come regina dell’Ade (pinakes di Locri, vasi attici e italioti, terrecotte, rilievi votivi).