(o Piroplasmidi) Ordine di Sporozoi Emosporidi (o Protozoi Labirintulei, in altre classificazioni), parassiti del sangue, in genere di Mammiferi domestici, equini, bovini e ovini, ma anche selvatici, come roditori, scimmie e pipistrelli. Piccoli, ovali o piriformi, apigmentati, parassitano gli eritrociti, ma si trovano anche nei linfociti e nelle cellule endoteliali, in cui si moltiplicano per scissione longitudinale, scissione multipla, talora anche per gemmazione. Sono trasmessi da zecche (Ixodidi) nelle quali si compie la fase sessuale del ciclo, di cui è noto quello della specie Babesia bigemina, che è l’agente patogeno della febbre del Texas dei bovini. L’oocinete, prodotto dall’unione di isogameti vermiformi nello stomaco della zecca Boophilus, ne infetta le uova dove si incista; il processo di sporogonia, che avviene durante lo sviluppo dell’embrione o alla schiusa, produce gli sporozoiti che si portano nelle ghiandole salivari della zecca e di qui, con la puntura, sono iniettati nell’ospite definitivo, il mammifero.
Le malattie determinate da P. (piroplasmosi) hanno decorso acuto o cronico; i P. causano la distruzione dei globuli rossi, dando così origine ad anemia e spesso a emoglobinuria e itterizia. In particolare, il termine è riservato alle infezioni causate da P. della famiglia delle Babesie ed è sinonimo di babesiosi, malattia che nell’uomo rappresenta una tipica zoonosi che si manifesta con sintomatologia e quadri ematologici difficilmente distinguibili da quelli della malaria. La piroplasmosi bovina europea è sostenuta da Babesia bovis; trasmessa generalmente dalle larve e ninfe di Ixodes ricinus, diffusa negli animali pascolanti in territori paludosi e boschivi. Il periodo incubatorio è di 8-10 giorni. La malattia, nelle forme gravi, è caratterizzata da anemia, emoglobinuria (da cui il nome popolare di pisciasangue) e itterizia. Per la profilassi della malattia è importante la distruzione delle zecche. La piroplasmosi del cavallo è causata da Piroplasma caballi (piroplasmosi vera) o da Nuttalia equi (nuttaliosi). Ambedue i parassiti possono colpire nello stesso tempo il medesimo soggetto (infezioni miste). Il periodo di incubazione è di 11-12 giorni. Le forme croniche sono precedute da un attacco acuto e caratterizzate da dimagramento, anemia, ittero, rialzi termici; i parassiti sono allora presenti nella milza, nel fegato, nei reni. La piroplasmosi ovina è caratterizzata da anemia, emoglobinuria e itterizia ed è sostenuta da Piroplasma ovis, parassita morfologicamente simile a Babesia bigemina. È nota in Italia, e in altri paesi dell’Europa, dell’America, dell’Asia e dell’Africa. La malattia può avere, in agnelli e vecchie pecore, esito letale.