zoonosi Malattie che possono essere trasmesse naturalmente dagli animali vertebrati all’Uomo e viceversa. Accanto a questo termine, onnicomprensivo, ne esistono altri, usati a volte in sinonimia, aventi significato più esplicativo e/o limitato: antropozoonosi (malattie trasmesse all’Uomo dagli altri vertebrati), zooantroponosi (malattie trasmesse dall’Uomo agli altri vertebrati), anfixenosi (malattie presenti sia nell’Uomo sia negli altri vertebrati e reciprocamente trasmissibili).
Ogni specie di animali vertebrati (domestici, sinantropici e selvatici) può essere fonte di z.: queste sono soggette a modificazioni con i mutamenti dei modi di vita, dei metodi di allevamento e delle abitudini alimentari e con l’attuazione dei piani di profilassi. Tutte le zone del mondo (con l’eccezione forse dell’Antartide) sono colpite da zoonosi. In alcune aree geografiche, più o meno limitate, singole z. sono endemiche e hanno un forte rilievo sociale, per es., il morbo di Chagas in America Latina, la tripanosomiasi o malattia del sonno e le febbri di Ebola e di Lassa in Africa.
Il Mediterraneo sembra essere l’area in cui le z. sono più numerose e diffuse: infatti ne sono state segnalate almeno 30 di rilievo. Di queste, alcune sono state definite tipiche mediterranee: brucellosi da Brucella melitensis (chiamata anche febbre del Mediterraneo o febbre di Malta), echinococcosi cistica (già nota come echinococcosi-idatidosi), leishmaniosi cutanea zoonosica, leishmaniosi viscerale zoonosica, trichinellosi da Trichinella britovi. Sono invece caratteristiche, ma non esclusive, del Mediterraneo la febbre Q, la rabbia canina, la dirofilariosi, la teniosi-cisticercosi. Le ragioni di tale concentrazione vanno ricercate in due fattori determinanti: la biodiversità e la stretta convivenza tra persone e animali. Nel prossimo futuro è prevedibile l’eliminazione o riduzione di alcune z., in quanto legate a tecnologie e modi di vita che stanno scomparendo, o in seguito a misure di controllo.
In Italia, i cambiamenti verificatisi nell’ambiente e nel modo di vivere e produrre, così come le varie azioni di lotta sanitaria, hanno già indotto la scomparsa di alcune importanti zoonosi. La peste è assente da 3 secoli. La rabbia canina (o urbana) non è più segnalata dal 1974 a seguito delle misure di controllo delle popolazioni canine e della vaccinazione dei cani; la rabbia silvestre è stata eliminata, grazie alla vaccinazione per via orale delle volpi; si minaccia, però, con diverse incognite, la presenza del virus rabido nei pipistrelli. La morva è scomparsa come conseguenza della forte riduzione del numero degli equini e delle drastiche misure di controllo. La miasi americana da Cochliomyia hominivorax (la cosiddetta mosca assassina), che si era affacciata nel Mediterraneo negli anni 1990, è stata prontamente eliminata mediante l’immissione sul territorio di maschi sterili. Altre z. di cui si è molto ridotta l’incidenza sono il carbonchio ematico, le dermatiti di origine virale e l’erisipeloide (nell’Uomo) o erisipela (nel suino).
Per contro, per ragioni climatiche o legate ai fenomeni migratori, con accresciuta frequenza dei trasporti nazionali e internazionali, hanno fatto registrare sostanziali incrementi altre z., in passato poco comuni. La leishmaniosi, trasmessa dal cane tramite il flebotomo o pappatacio, un tempo rara e limitata ad alcune zone costiere, è ora segnalata in molte regioni, sia per la diffusione dell’insetto trasmettitore sia per l’accresciuto numero e per la mobilità dei cani che hanno facilitato il propagarsi dell’infezione. Analoghe considerazioni valgono anche per la dirofilariosi, causata soprattutto da Dirofilaria immitis, un altro parassita del cane, trasmesso da zanzare. È stato favorito anche l’insediamento di Aedes albopictus, la cosiddetta zanzara tigre, potenziale trasmettitrice di diversi agenti patogeni, tra cui alcuni di natura zoonotica. In aumento anche il numero delle zecche, nonché delle infezioni animali (per es., piroplasmosi) e delle z. (per es., febbre bottonosa, morbo di Lyme) da queste trasmesse.
Tra le z. emergenti o riemergenti in diverse parti del mondo sono da segnalare il virus Nipah che, sconosciuto prima del 1999, ha determinato un’epidemia di encefalite in Malaysia; la febbre della Valle del Rift, trasmessa da zanzare, che è risalita dalle zone subsahariane, dove era nota da anni, raggiungendo il Mediterraneo meridionale e il Medio Oriente; la febbre emorragica di Crimea-Congo trasmessa da zecche, osservata in diversi continenti; l’influenza aviaria che ha infettato, in diverse parti del mondo, numerosi allevamenti, imponendo l’abbattimento coatto di tutti gli animali, e ha provocato anche la morte di umani, soprattutto nel Sud-Est asiatico; la febbre del Nilo occidentale, trasmessa da zanzare, il cui virus infetta in natura diverse specie di uccelli e di mammiferi (soprattutto il cavallo, unica specie animale in cui si sono osservate manifestazioni cliniche) e provoca nell’uomo sintomi vari che possono arrivare fino a una seria forma di encefalite; le gravi malattie emorragiche dovute ai virus Ebola e Marburg, diffusi nei territori africani a S del Sahara; le patologie respiratorie acute provocate dai Coronavirus, quali la MERS, la SARS e il Covid-19.
Le vie di trasmissione all’Uomo sono varie e possono cambiare anche per una stessa zoonosi. Da contatto diretto o indiretto con animali e loro parti o prodotti derivano: brucellosi, carbonchio, cenurosi, dermatomicosi, echinococcosi/idati dosi, erisipela, febbre Q, leptospirosi, malattia di Newcastle, psittacosi/ornitosi, rabbia, rogne, toxoplasmosi. Da ingestione di alimenti di origine animale (carne, latte, pesce e loro prodotti, crudi o insufficientemente trattati) derivano: brucellosi, campylobatteriosi, difillobotriasi, listeriosi, salmonellosi, teniasi/cisticercosi, toxoplasmosi, trichinellosi, yersiniosi. Da puntura di insetti o altri artropodi derivano: bartonellosi, dirofilariosi, febbre bottonosa, febbre Q, leishmaniosi. Da contatto con ambienti contaminati da materiali organici animali, o nei quali vi sia stata presenza animale derivano: criptococcosi, alcune dermatomicosi, listeriosi, larva migrante, tetano, tularemia, nonché pulci e zecche.