Complesso di rivalità e tensioni che, a partire dal 19° sec. e in concomitanza con la crisi dell'Impero ottomano, coinvolse la Penisola Balcanica, comprendente la Bulgaria, la Grecia, parte della Turchia (Tracia orient.), la Serbia, il Montenegro, l'Albania, la Macedonia, la Bosnia, la Croazia e la Slovenia; a questi Stati si aggiunge di solito la Romania, che ha condiviso profondamente la storia balcanica.
Il termine Balcani cominciò a essere usato per designare la parte europea dell'Impero ottomano nel 19° sec., mentre sorgevano nell'area nuovi Stati, come la Grecia, la Serbia, il Montenegro, la Bulgaria e la Romania, nelle zone progressivamente abbandonate dai turchi sotto la pressione dei movimenti indipendentisti e delle potenze europee che li appoggiavano. Il termine divenne d'uso comune in Occidente nella prima metà del 20° sec., con le guerre balcaniche (1912-13) e con la Prima guerra mondiale (1914-18).
Il periodo di conflitti tra il 1912 e il 1918 impegnò i giovani Stati nazionali, desiderosi di consolidare ed estendere i propri territori. Tali conflitti provocarono ripetuti mutamenti dei confini politici ed esodi forzati delle popolazioni civili, pesantemente coinvolte nelle operazioni militari, e portarono alla nascita di due nuovi Stati, l'Albania e la Iugoslavia. In seguito a questi eventi, la q.b. divenne, presso l'opinione pubblica occid., sinonimo di conflitto etnico e religioso, di crudeltà contro popolazioni inermi, di instabilità sociale e politica.
La Seconda guerra mondiale non mutò sostanzialmente questa percezione di instabilità legata alla Penisola Balcanica. Dopo la caduta dei regimi comunisti, che per oltre quarant'anni avevano coperto e soffocato le tensioni sociali ed etnico-religiose, negli anni Novanta del Novecento l'area balcanica è stata investita da una nuova fase di instabilità e di gravi conflitti, che ha determinato, in particolare, la divisione della Iugoslavia negli Stati di Slovenia, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Serbia, Montenegro e Macedonia. Nei primi anni del 21° sec. la delicata questione dell'indipendenza del Kosovo, provincia a maggioranza albanese sotto la sovranità della Serbia, rendeva ancora instabile la situazione nell'area della ex Iugoslavia.