Organismo statale nato dalla trasformazione della Repubblica Cisalpina che ebbe vita dal 1802 al 1806, con Napoleone Bonaparte presidente e F. Melzi d’Eril vicepresidente. Comprese la Lombardia austriaca, la Valtellina, parte dello Stato della Chiesa, il ducato di Modena e una striscia fino al Mar Ligure, quasi rispondente al tratto fra Massa e Carrara. Il presidente aveva il potere supremo ed effettivo; rappresentavano la nazione i 3 collegi elettorali dei possidenti, dei commercianti e dei dotti, dai quali veniva eletta la Censura, che sceglieva nelle liste presentate dai collegi i componenti la Consulta di Stato, il Tribunale di revisione e cassazione, il Corpo legislativo che doveva votare le leggi e i bilanci su parere favorevole del Consiglio legislativo.
La Repubblica I., pur soggetta sostanzialmente alla Francia, iniziò quella funzione di risveglio delle energie nazionali che sarà svolta più a fondo dal successivo Regno d’Italia, costituito da Napoleone I nel 1805 in conseguenza della trasformazione imperiale della Francia; Napoleone cinse la corona regia a Milano e nominò viceré il figliastro Eugenio de Beauharnais. Lo Stato, comunemente detto Regno Italico, conservò i limiti territoriali della Repubblica, meno Massa e Carrara; nel 1806 si accrebbe del Veneto, dell’Istria Marittima e della Dalmazia; nel 1808 acquistò le Marche, nel 1810 il Trentino. Legge fondamentale restò formalmente la Costituzione della Repubblica I. ma, in realtà, il potere regio era senza limiti e senza controlli e il Corpo legislativo fu presto abolito. La vita del Regno si caratterizzò da un lato per la dispersione di ricchezze e di vite per le imprese napoleoniche, dall’altro per l’impulso dato al commercio, per lo svecchiamento delle istituzioni e l’incremento dell’istruzione. Ciononostante il Regno d’Italia agì sulla coscienza politica degli Italiani, costituendo un’unità politica di popolazioni fino allora disperse; l’educazione militare contribuì a creare vincoli di solidarietà nazionale. Il Regno crollò con l’abdicazione di Napoleone (1814): Eugenio non osò proclamarsi re d’Italia, mentre gli Italici Puri, il movimento lombardo di opposizione al dominio francese e napoleonico, si accostarono agli Austriaci. Quando Milano si sollevò (aprile) Eugenio cedette la Lombardia.