(lat domânus) - È propriamente il padrone rispetto al servus e al liberto; ma poi anche i membri liberi della famiglia presero a chiamare dominus il pater familias e domina la mater, e infine la parola [...] private fra conoscenti (Seneca, Ep., III, 1). Nella vita pubblica invece l'uso di dominus ripugna al sentimento della libertà e dell'eguaglianza fra cives, e perciò Augusto proibì anche ai famigliari di chiamarlo dominus. Tiberio riteneva quel titolo ...
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ANTIOCHUS GABINIUS (Antiñchus Gabinëus)
L. Guerrini
Generalmente considerato pittore romano, di origine probabilmente siriaca, liberto di Gabinio, scolaro di Sopolis, attivo nel I sec. a. C. Ciò da un [...] passo di Cicerone (Ad Att., iv, 16), la cui lettura è però fatta in altro modo dall'Urlichs, seguito anche dallo Pfuhl. Secondo l'Urlichs ragioni cronologiche impedirebbero la collocazione di A. al tempo ...
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Scrittore latino (sec. 1º d. C.), di origine spagnola (secondo altri alessandrina), schiavo e poi liberto di Augusto a Roma. Preposto alla biblioteca istituita dall'imperatore, volle emulare la versatilità [...] di Varrone. Trattò di argomenti agrarî, filologici (commento al Propempticon Pollionis di Elvio Cinna; commento critico-esegetico a Virgilio), storico-geografici, antiquarî, di antichità religiosa. Tutte ...
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CHRYSIPPUS VETTIUS (Chrysīppus Vettius)
L. Guerrini
Architetto della seconda metà del I sec. a. C., liberto e discepolo dell'architetto Kyros. Dopo la morte del maestro e patrono, lo sostituì lavorando [...] per le varie ville di Cicerone. Le notizie su Ch. provengono esclusivamente da Cicerone (Ad fam., vii, 14, 1-2 53 a. C.; Ad Att., xiii, 29, 2 45 a. C.; ibidem, xiv, 9, 1-44 a. C.).
Bibl.: H. Brunn, Geschichte ...
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Pubblico funzionario preposto alla sorveglianza del tesoro (arca) nell’Impero Romano (per lo più schiavo o liberto) e durante il Medioevo. Nella corte pontificia, era uno dei sette giudici palatini, importanti [...] soprattutto tra il 6° e il 12°secolo ...
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Filosofo greco (Ierapoli di Frigia 50 d. C. - Nicopoli, Epiro, 138 d. C.), schiavo di Epafrodito liberto di Nerone. Emancipato, fu a Roma scolaro dello stoico Musonio Rufo e quindi insegnò egli stesso [...] filosofia stoica. Bandito da Roma da Domiziano, si stabilì a Nicopoli, dove fondò una scuola che fu molto frequentata. Non scrisse nulla, ma il discepolo Arriano di Nicomedia trascrisse e pubblicò le sue ...
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Cittadino di Ameria (od. Amelia), difeso da Cicerone (80 a. C.) in un processo intentatogli da Crisogono, liberto di Silla, con l'accusa di avere ucciso il padre (i beni del quale lo stesso Crisogono aveva [...] carpito mediante la proscrizione). L'orazione in sua difesa, Pro Sexto Roscio Amerino, è la seconda in ordine cronologico, tra quelle di Cicerone, ed è una delle più perfette ...
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(pl. mawālī) Termine arabo che ha tra i suoi significati quello di «signore, padrone» e quello di «liberto, cliente».
I mawālī ebbero grande importanza nella storia politica e sociale dell’islam tra il [...] 1° e il 2° sec. dell’egira, quando i convertiti non arabi acquistarono la pienezza dei loro diritti civili affiliandosi come clienti a una delle tribù arabe conquistatrici.
Nel senso di «signore», unito ...
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Favolista latino (sec. 1° d. C.). Poco sappiamo della sua vita. Originario della Macedonia, fu a Roma liberto di Augusto; poi sotto il regno di Tiberio, dopo aver composto i primi due libri di favole, [...] subì un processo intentatogli da Seiano, ma ne dovette uscire indenne o quasi perché continuò a scrivere fino al regno di Claudio. Scrisse in senarî giambici cinque libri di favole, dette da lui stesso ...
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liberto
libèrto s. m. (f. -a) [dal lat. libertus, der. di liber «libero»]. – Nell’antica Roma, chi, per atto del proprio padrone (o, durante l’Impero, per sentenza del magistrato), veniva affrancato, mediante manomissione, dalla schiavitù,...
liberta
libertà (ant. libertate e libertade) s. f. [dal lat. libertas -atis]. – 1. a. L’esser libero, lo stato di chi è libero: amo la mia l.; non posso rinunciare alla mia l.; L. va cercando, ch’è sì cara, Come sa chi per lei vita rifiuta...