chimica La ripetuta operazione di cristallizzazione di una sostanza allo scopo di ottenerla in uno stato di maggiore purezza. L’operazione si compie, per es., sciogliendo la sostanza in un solvente a caldo fino ad avere una soluzione satura o comunque molto concentrata, che può essere depurata (filtrata, decolorata ecc.) e poi lasciata raffreddare in modo da far cristallizzare il soluto (in quantità dipendente dalla differenza della sua solubilità a caldo e a freddo nel solvente prescelto). Con la r. la maggior parte delle impurezze rimane nelle acque madri della cristallizzazione. tecnica In metallurgia, processo per il quale si ha variazione del numero, dimensioni e orientamento dei singoli cristalli (o grani) che compongono un aggregato cristallino metallico; in seguito a deformazioni permanenti si possono avere distorsioni o tensioni negli individui cristallini del materiale metallico tali da provocare in esso uno stato di incrudimento (➔); le deformazioni si eliminano o riducono riscaldando alla temperatura di r., tipica di ciascun metallo o lega. Il fenomeno è tanto più evidente quanto più drastica è stata, a parità di temperatura, la deformazione precedentemente subita dai campioni; analogamente, a parità di deformazione, si nota un crescente aumento delle dimensioni dei grani al crescere della temperatura. Nel valutare le modalità di esecuzione delle lavorazioni meccaniche di metalli e leghe metalliche, si usano diagrammi di r. in cui si considerano gli effetti combinati di deformazione e temperatura sulle dimensioni medie finali dei grani, da cui dipendono le proprietà meccaniche del metallo. Da essi si ottengono indicazioni sull’entità delle deformazioni che un pezzo metallico può subire a freddo prima di dover essere sottoposto a ricottura, in modo da ottenere una dimensione media dei grani corrispondente alle migliori caratteristiche di resistenza del materiale.