ritratto
L’immagine delle persone illustri, potenti o anche comuni
Siamo abituati alle fotografie, e per noi un ritratto è solo un’immagine fedele di una persona. Invece nel passato il ritratto non era un semplice oggetto-ricordo, ma spesso simboleggiava l’autorità politica o l’affermazione sociale. Saper raffigurare le sembianze umane fedelmente era considerato un traguardo artistico assai difficile e i grandi ritrattisti erano molto stimati
Fin dall’antichità i ritratti erano considerati immagini di grande valore simbolico, affettivo, politico e persino erotico. Nell’antica Roma un posto importante rivestivano i busti scolpiti con l’immagine degli antenati, esibiti nelle case dei patrizi; essi avevano di solito uno stile molto naturale e somigliante. Nel caso degli imperatori, invece, i ritratti erano spesso idealizzati e non era raro il caso in cui gli uomini illustri si facevano raffigurare in sembianza di divinità (come nel caso di Commodo rappresentato come Ercole).
A seconda del soggetto raffigurato (un parente, una bella donna, un principe o un papa), cambiavano la funzione del dipinto e anche il tipo di ritratto che l’artista doveva eseguire. Naturalmente erano più apprezzati quei pittori e scultori in grado di dare somiglianza e vitalità alle proprie immagini, correggendo se possibile i difetti delle persone ritratte. Tuttavia spesso i signori si rivolgevano, per i propri ritratti e per quelli dei loro parenti, all’artista di corte a loro più familiare, perché eseguire un ritratto era considerato un affare molto intimo e serviva una grande fiducia: pensate ai ritratti dei Montefeltro di Piero della Francesca, a quelli dei Gonzaga di Andrea Mantegna, a quelli di Carlo V eseguiti esclusivamente da Tiziano, o infine ai reali di Spagna ritratti da Diego Velázquez. Per gli artisti essere eletti ritrattisti di corte era uno dei massimi onori a cui aspirare.
Il grande successo della pittura di ritratto ha inizio con il Rinascimento: è infatti a partire dal Quattrocento che si diffonde l’uso di farsi ritrarre. All’inizio il modello a cui si ispirano i pittori è il ritratto antico, soprattutto quello degli imperatori inciso sulle monete. Pisanello, per esempio, ritrae le sue figure di profilo come quelle del recto di una moneta. Anche Piero della Francesca ritrae Federico da Montefeltro e sua moglie di profilo, ma ora si aggiunge una nuova attenzione per i particolari naturali dei due personaggi (il naso aquilino, la pelle bianca) che derivano dall’influenza del naturalismo nordico, conosciuto da Piero attraverso lo studio della pittura fiamminga.
Il più celebre ritratto della pittura mondiale è certamente la Gioconda di Leonardo, un dipinto pieno di fascino che ritrae una donna misteriosa, in una posa ambigua, in un paesaggio quasi lunare. In questo dipinto Leonardo ha voluto probabilmente manifestare il suo ideale di bellezza femminile, esattamente come fa Raffaello nel ritratto della Velata, ispirato del resto al capolavoro di Leonardo.
Raffaello è anche l’inventore del ritratto ufficiale di gruppo, con il suo ritratto di Leone X e i cardinali de’ Medici e de’ Rossi. Poco tempo dopo, sul modello di Raffaello, Tiziano esegue Paolo III Farnese e i nipoti, un triplo ritratto di straordinaria forza psicologica e bravura tecnica.
La stagione d’oro del ritratto si conclude nel Seicento con i capolavori di Velázquez (che si ispirò a Tiziano nel celebre Ritratto di papa Innocenzo X), di Gian Lorenzo Bernini o di Rembrandt. Il ritratto barocco è miracoloso perché sembra muoversi e parlare.
Le opere di Antoon Van Dyck, Velázquez e Bernini ci raccontano la storia dei personaggi raffigurati, la loro psicologia, tanto che dopo averli osservati ci sembra quasi di averli conosciuti di persona. Da allora in poi poco è cambiato nella pittura di ritratto mentre i capolavori del passato hanno continuato a ispirare la pittura moderna (si pensi solo alle numerose manipolazioni della Gioconda effettuate nel corso del Novecento). Numerosi sono gli artisti che, nel corso dell’Ottocento e del Novecento, ci hanno regalato indimenticabili ritratti di uomini e donne comuni e famosi (da Édouard Manet ad Amedeo Modigliani, da Henri Matisse a Vincent Van Gogh, da Pablo Picasso a Francis Bacon).