Economista, dirigente industriale, uomo politico italiano (n. Scandiano 1939). Docente di economia e politica industriale nelle univ. di Bologna, Trento e alla Harvard University, è stato ministro dell'Industria (1978-79) e presidente dell'IRI (1982-89; 1993-94). Promotore della coalizione dell'Ulivo nelle elezioni del 1996, P. ha guidato un governo di centrosinistra (1996-98). Presidente della Commissione europea (1999-2004), in seguito alla vittoria elettorale della coalizione dell'Unione, P. è stato nuovamente presidente del Consiglio (2006-2008).
Dopo gli studi presso l'Università Cattolica di Milano e la London School of Economics, è stato professore di economia e politica industriale nelle università di Bologna e Trento, alla Harvard University (1974) e di nuovo a Bologna (prima nel 1975, come ordinario di Economia e Politica industriale e, poi, dal 1989 al 1999). Cofondatore del centro di ricerche economiche Prometeia, presidente della casa editrice Il Mulino (1974-78), tra il 1978 e il 1979 è stato ministro dell'Industria nel governo presieduto da G. Andreotti, legando il suo nome alla legge che regola l'amministrazione controllata delle aziende in crisi. Presidente del Comitato scientifico della società di studi economici Nomisma (1981), ha ricoperto la carica di presidente dell'IRI dal 1982 al 1989 e dal 1993 al 1994, durante il processo di privatizzazione della Banca Commerciale e del Credito Italiano. Nel 1995 ha contribuito a promuovere una coalizione elettorale di centro-sinistra, l'Ulivo, basata su una convergenza di diverse culture politiche - l'umanesimo cattolico, il riformismo laico, la cultura laburista - che fosse in grado di mobilitare un vasto elettorato e di contrapporsi, in un'ottica bipolare, quale alternativa allo schieramento di centro-destra, la quale risultò vincitrice alle elezioni politiche dell'apr. 1996. Divenuto presidente del Consiglio (maggio 1996), alla guida di un esecutivo basato sull'appoggio esterno del Partito della rifondazione comunista (PRC), P. ha posto al centro dell'azione di governo in particolare il risanamento della finanza pubblica, al fine di rilanciare l'economia del paese e rispettare i parametri fissati dal Trattato di Maastricht, per ottenere l'ammissione dell'Italia alla moneta unica europea. Raggiunto nel maggio 1998 quest'ultimo obiettivo, P. ha dovuto affrontare i contrasti con il PRC, critico verso la politica economica e sociale dell'esecutivo. In ottobre, in seguito al voto di sfiducia espresso sulla manovra finanziaria dall'ala intransigente del PRC, è stato costretto alle dimissioni. Intenzionato a rilanciare il progetto politico dell'Ulivo in vista delle elezioni del 1999 per il Parlamento Europeo, P. si è fatto promotore (febbr. 1999) di una nuova formazione politica denominata I democratici per l'Ulivo (cui hanno aderito, tra gli altri, il movimento di A. Di Pietro, Italia dei valori, e il movimento dei sindaci, Centocittà) che ha ottenuto nelle consultazioni europee, tenutesi il 13 giugno 1999, il 7,7% dei voti. Nel settembre 1999 P. è stato eletto presidente della Commissione Europea. Nei cinque anni della sua presidenza l'Unione Europea ha vissuto alcune svolte storiche, tra le quali l'entrata in vigore dell'euro come valuta corrente (genn. 2002), l'allargamento dell'Unione ad altri dieci paesi (maggio 2004) e la firma della Costituzione europea a Roma (ott. 2004). Terminato il suo mandato, il 16 ottobre 2005 P. è stato scelto come candidato premier nel corso di un'apposita consultazione preliminare, che ha visto la partecipazione di oltre quattro milioni di elettori di centro-sinistra. Dopo le elezioni del 9-10 aprile 2006 vinte, seppure con uno scarto esiguo, dalla coalizione da lui guidata, P. ha assunto per la seconda volta la carica di presidente del Consiglio, dalla quale si è dimesso nell'aprile 2008 a seguito di una grave crisi politica. P. è stato coinvolto in alcuni procedimenti giudiziari (le vicende legate alla vendita della società finanziaria SME, il caso Cirio, il caso Telekom Serbia), in ciascuno dei quali è stato giudicato incolpevole già nelle udienze preliminari. Membro onorario della London School of Economics and Political Science (1989) e della Real Academia de Ciencias Morales y Politicas di Madrid (1997), nel 1999 è stato insignito del premio Schumpeter della omonima società viennese e, nel 2002, della medaglia d'oro per l'economia dall'università di Pavia. Nell'ottobre 2007 è stato nominato presidente dell'Assemblea costituente del Partito democratico, carica da cui si è dimesso nell'aprile 2008. Dallo stesso anno presiede il gruppo di lavoro ONU-Unione Africana sulle missioni di peacekeeping in Africa e nel 2012 è stato nominato Inviato speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite per il Sahel.
Tra i suoi scritti si ricordano: Modello di sviluppo di un settore in rapida crescita. L'industria della ceramica per l'edilizia (1966); Concorrenza dinamica e potere di mercato. Politica industriale e fusioni d'impresa (1969); La diffusione delle innovazioni nell'industria italiana (1971); Sistema industriale e sviluppo economico in Italia (1973); Per una ristrutturazione e riconversione dell'industria italiana (in collab. con F. Gobbo, 1980); Il capitalismo ben temperato (1995), raccolta di saggi comparsi sulla rivista Il Mulino; Governare l'Italia. Manifesto per il cambiamento (1995); Un'idea dell'Europa (1999); Europa. Il sogno, le scelte (2003); Ci sarà un'Italia. Dialogo sulle elezioni più importanti per la democrazia italiana (in collab. con F. Colombo, 2006); La mia visione dei fatti. Cinque anni di governo in Europa (2008); Futuro cercasi (2011); Missione incompiuta. Intervista su politica e democrazia (intervistato da M. Damilano, 2015); Il piano inclinato (2017); l'autobiografico Strana vita, la mia (con M. Ascione, 2021); Le immagini raccontano l'Europa (2021).