Sarajevo Città capitale della Bosnia ed Erzegovina (342.577 ab. nel 2017). Si stende tra i 530 e i 560 m s.l.m., entro la valle della Miljacka, affluente di destra della Bosna. È divisa in due principali quartieri, musulmano e cristiano.
Le industrie locali sono quelle tradizionali: birra, armi, tabacchi, cuoio, seterie, tappeti, oltre a impianti metalmeccanici. Il ruolo produttivo, commerciale e culturale di S., fortemente compromesso dalla guerra civile degli anni 1992-95, ha ritrovato vigore grazie all’afflusso di ingenti capitali dall’estero.
Ricordata per la prima volta nel 1415 con il nome di Vrhbosna, fu detta dal 16° sec. S. (da sarài «palazzo») dalla residenza che vi costruirono i pascià turchi. Dopo l’occupazione turca della Bosnia divenne (15° sec.) sede del governatore e arsenale e continuò a essere un centro importante anche dopo il trasferimento della residenza del governo a Banja Luka, fino al 1697, quando, nella guerra austro-turca, fu incendiata da Eugenio di Savoia. Nel 1878 fu occupata dagli Austriaci, che ne fecero la sede del governo militare della Bosnia-Erzegovina. Il 28 giugno 1914 fu teatro dell’attentato all’erede al trono d’Austria-Ungheria, l’arciduca Francesco Ferdinando, e alla moglie Sofia Chotek, che fornì l’occasione immediata allo scoppio della Prima guerra mondiale. Compresa nel regno iugoslavo dal 1918, nel 1946 divenne la capitale della Bosnia ed Erzegovina. Tra il 1992 e il 1995 subì l’assedio delle forze secessioniste serbo-bosniache, che causò ingenti distruzioni e danni alla popolazione civile.
Dopo il 1878 l’amministrazione austriaca realizzò a S. un’intensa opera di rinnovamento che tuttavia consentì la conservazione di numerosi monumenti turchi: un centinaio di moschee (la moschea di Gazi Husref, 1530, è uno dei maggiori monumenti dell’architettura islamica d’Europa), il konak, il monastero derviscio (17° sec.). Il Museo Nazionale, seriamente danneggiato nel corso della guerra degli anni 1990, così come anche tanti altri monumenti, conserva una ricchissima collezione di reperti di archeologia preistorica, romana e medievale (monumenti sepolcrali dei bogomili della Bosnia), e preziosi manoscritti islamici ed ebraici (Haggādāh di S.).