(gr. Σογδιανή) Antica regione dell’Asia centrale, corrispondente in parte agli odierni Uzbekistan e Tagikistan. In epoca storica fu abitata da popolazioni di lingua indoeuropea, insediate in oasi in prossimità di corsi d’acqua, nelle quali fin dalla metà del 1° millennio a.C. un’abile tecnica di irrigazione permise la formazione di grandi agglomerati urbani; i più notevoli furono Afrasiab (Samarcanda), Kalai Mir, Aqtepe, Karatepe, cui la posizione geografica della regione, essenziale per i commerci tra Occidente ed Oriente, assicurò una costante prosperità. Dal 7° al 4° sec. a.C. la S. fu sottoposta agli Achemenidi, poi ad Alessandro Magno, ai Seleucidi e Battriani. Il regno greco-battriano scomparve fra il 140 e il 130, e la S., dopo alterne vicende, entrò a far parte dell’impero dei Kuṣāṇa (25 a.C.), durante il quale si diffuse il buddhismo. Iniziò allora una fase di grande sviluppo economico e culturale, con ulteriore incremento dell’irrigazione e dell’edilizia nelle località più importanti: Pjandžikent, Varachša, Pajkend, Tali-Barzu, Afrasiab, Mug. Nell’8° sec. la regione fu conquistata dai musulmani. Alla distruzione di Pjandžikent seguì quella di Varachša (10° sec.) e di Afrasiab (12° sec.) a opera dei Mongoli.
I più antichi materiali riportati alla luce datano al Paleolitico superiore (Samarkandskaja), ma dalle successive testimonianze non è possibile ricavare un’idea precisa sull’origine dei Sogdiani. Nell’8°-7° sec. a.C. sorsero i primi grandi centri urbani (Kok Tepa, Afrasiab, Erkurgan). Nell’architettura di età ellenistica dominano gli elementi antico-orientali. Ai secoli a cavallo dell’era volgare datano le necropoli a kurgan dei gruppi nomadi stabilitisi ai margini delle oasi di Bukhara e di Samarcanda. La cultura urbana di quest’epoca è ben rappresentata da Samarcanda, Erkurgan e altri centri minori. Nel 5° sec. d.C., intorno a originarie cittadelle fortificate, sorgono le residenze dei proprietari fondiari e nel 6°-7° sec. si afferma la tipologia del castello (rappresentata nell’area di Samarcanda e nell’alto Zerafshan). Un rapido incremento demografico si registrò tra 4° e 5° sec., quando nacquero nuove città.
Nelle arti figurative della S. l’elaborazione delle immagini divine risentì dell’influsso greco, al quale si sommò l’apporto sasanide e quello indiano. In particolare a Pjandžikent, fiorita nel 7° sec., si sono rinvenuti complessi cicli pittorici (conservati all’Ermitage di San Pietroburgo) in cui si fondono motivi dell’Iran, India e Asia Centrale; nella scultura sono evidenti le tradizioni greco-battriane. Sogdiano Lingua iranica orientale parlata anticamente nella S. e rappresentata in una fase più recente dallo yaghnōbī. È conservato da numerosi testi che risalgono all’8° sec. d.C.