speculazione economia Operazione di acquisto e rivendita, in tempi successivi, di beni mobili o immobili o di attività finanziarie allo scopo di trarne profitto. Mira a conseguire un guadagno in base alla differenza tra i prezzi attuali e quelli futuri e può accompagnarsi a qualsiasi attività economica; può inoltre assumere la forma di operazioni di copertura, attraverso le quali si conta di compensare perdite nell’operazione fondamentale, derivanti da eventuale variazione dei prezzi, con guadagni nell’operazione a termine, che fa da contropartita (per es., chi acquista sul mercato effettivo grano per trasformarlo in farina può garantirsi contro un eventuale ribasso del prezzo del grano e suoi derivati vendendo a termine sul mercato una partita corrispondente di grano). La s. è però inscindibilmente connessa ai contratti di borsa a termine (s. di borsa) sotto forma di s. al rialzo o di s. al ribasso, a seconda che si consideri l’aspettativa del compratore o quella del venditore. Se fondata su previsioni esatte e coincidenti con l’andamento del mercato, risulta utile in quanto, scontando l’avvenire, sostituisce una graduale ascesa o discesa delle quotazioni a bruschi rialzi o ribassi e attenua l’intensità, se non la frequenza, delle oscillazioni. Se invece si basa su errate valutazioni del futuro o se, come spesso avviene, è accentuata dall’intervento di speculatori occasionali incauti e incompetenti, o se ancora tende a provocare artificialmente rialzi o ribassi dei prezzi, è causa di gravi perturbamenti del mercato e di conseguenti perdite per la collettività e per i singoli. filosofia Termine (corrispondente al gr. ϑεωρία) usato da Aristotele per indicare, in contrapposizione all’attività pratica (πρᾶξις) e a quella produttiva (ποίησις), l’attività teoretica propria della matematica, della fisica e della filosofia prima; nella filosofia kantiana, è la forma di conoscenza il cui oggetto trascende ogni esperienza possibile e che pertanto è contrapposta alla conoscenza naturale (l’unica che ha effettivo valore conoscitivo); con valore opposto, nella filosofia hegeliana, la s. costituisce il momento positivo-razionale del procedimento logico, quello che produce la conoscenza effettiva.