(ingl. pound sterling, in origine pound of sterlings) Unità monetaria britannica (simbolo £), fino al 1971 divisa in 20 shillings (a loro volta divisi in 12 pence) e dopo quella data, quando la Gran Bretagna ha adottato in campo valutario il sistema decimale, in 100 pence.
Il nome risale alla seconda metà del 12° sec., quando mercanti provenienti dall’Est (Eastern) coniarono delle lire (dette easterling) alla zecca di Londra. Nel 1717 fu fissato il contenuto aureo (1 oncia d’oro pari a 3 s., 17 scellini e 10 pence); la lira sterlina di carta risale invece al 1694 con la costituzione della Banca d’Inghilterra. Nel 1817 fu riformato il sistema monetario e introdotto il tallone aureo, la s. d’oro, detta ufficialmente sovrana; dalla prima emissione è rimasta immutata (diametro di 22 mm, massa 7,988 g, al titolo di 916,66 millesimi), a eccezione della testa dei successivi sovrani, delle leggende e del millesimo; furono coniati anche i multipli da 5 e da 2 s., e la frazione della mezza sterlina. Benché l’Exchange Control Act del 1947 abbia imposto restrizioni alla circolazione, la s. d’oro è pur sempre considerata moneta a corso legale.
In seguito all’abbandono del sistema dei cambi fissi (1971), il tasso di cambio della s. ha subito notevoli oscillazioni. Nel 1978 la Gran Bretagna rifiutò di sottoscrivere l’accordo dello SME (➔) ma ne accettò liberamente le regole; la s. entrò ufficialmente nello SME alla fine del 1990 con una parità centrale di 2,95 marchi per sterlina e una banda di oscillazione del 6%, e ne uscì con la crisi valutaria del settembre 1992. Successivamente la Gran Bretagna non ha aderito all’Unione monetaria europea, pur riservandosi la facoltà di parteciparvi in una fase successiva.
S. è anche il nome dell’unità monetaria dell’Egitto (s. egiziana) e del Sudan (s. sudanese).