Asia, storia della
Il continente madre di grandi civiltà
Nessun continente ha visto svilupparsi nel proprio seno tante importanti civiltà come quello asiatico e nessun altro ha esercitato una simile influenza sul resto del mondo conosciuto prima che l'Europa acquistasse, a partire dal 16° secolo, una posizione di indiscussa centralità. Tra la fine del 18° e gli inizi del 20° secolo l'Asia andò incontro a un crescente declino, ma nel Novecento questa tendenza è stata rovesciata. Dagli inizi del 20° secolo, infatti, il continente appare in pieno risveglio in seguito al dispiegamento di nuove energie, soprattutto in paesi come il Giappone, la Cina e l'India
In Medio Oriente la Mesopotamia fu la culla di una grande civiltà, la sumerica, sorta nel 3° millennio a.C.; i Sumeri, organizzati in città-Stato, svilupparono la scrittura cuneiforme, lavorarono il rame, praticarono l'agricoltura e l'allevamento. Da quella sumerica derivò nel 2° millennio la civiltà del potente regno di Babilonia. In seguito a migrazioni di popolazioni indoeuropee tra il 17° e il 13° secolo a.C. si costituì il regno degli Ittiti. Inoltre di grande importanza fu il ruolo che in queste regioni assunsero gli Ebrei e i Fenici, gli uni una popolazione stanziale di religione monoteistica, gli altri grandi navigatori e commercianti, la cui storia risale al 2° millennio. Tra il 13° e il 7° secolo a.C. si ebbero l'ascesa e il culmine dell'impero degli Assiri, cui fece seguito in Iran il grande impero persiano che, dopo aver conosciuto l'apogeo tra il 6° e il 5° secolo, fu distrutto nel 4° secolo da Alessandro Magno.
A partire dal 2° secolo a.C. fino all'emergere dell'Islam nel 7° secolo d.C. il Medio Oriente si trovò a essere oggetto delle lotta tra i regni dei Parti e dei Sasanidi da un lato e dei Romani e dei Bizantini dall'altro. Il contributo dato dalle civiltà mediorientali fu di enorme significato per quanto attiene alla scrittura, all'astronomia, alla matematica, alle arti, all'architettura, all'economia e alle religioni (con il monoteismo ebraico, cristiano e islamico, e con i culti ispirati ai misteri orientali).
Altro centro di grandi civiltà fu l'India. Qui, nelle regioni centrali del Gange, tra il 2° e il 1° millennio a.C. gli Ariani stabilirono la loro supremazia, col predominio della casta sacerdotale dei bramini e dell'induismo, nel quadro di un sistema di separazione razziale e di dominio di casta. Nel 6° secolo sorse il buddismo, che dall'India si diffuse fino a diventare una delle maggiori religioni asiatiche.
In Indocina presero vita nel 2° secolo d.C. il regno vietnamita dei Champa e nel 6° secolo quello cambogiano dei Khmer. Tra l'8° e l'11° secolo anche in Indonesia e Birmania si costituirono regni potenti.
Nell'Asia sudorientale ebbero sede la civiltà cinese e giapponese: la prima, i cui inizi risalgono al 2° millennio a.C., trovò una grande espressione nel 3° secolo a.C. nell'opera della dinastia Qin, la quale, mediante un'amministrazione oculata, favorì un alto grado di sviluppo culturale e sociale. Una crescente influenza ebbe il confucianesimo (Confucio). L'unificazione del Giappone (v anche Giappone, storia del) risale al 6° secolo d.C., con la formazione di un impero di tipo feudale, basato dal punto di vista religioso sullo scintoismo e sul buddismo.
Anche l'Asia, come l'Africa, fu profondamente influenzata dalla penetrazione islamica che, tra il 7° e l'8° secolo d.C., partendo dal Medio Oriente, giunse all'India e all'Asia centrosettentrionale. All'espansionismo arabo-musulmano si sostituì quello dei Turchi, che diedero poi vita nel Trecento, con la dinastia degli Ottomani, a un impero a grande maggioranza islamica, ma multietnico e multireligioso, con capitale Istanbul. L'impero ottomano, al proprio culmine, si estese all'Europa centro-meridionale, ad ampie regioni dell'Asia di sud-ovest, al Medio Oriente e all'Africa settentrionale. Nei secoli 13°-15° gran parte dell'Asia venne sconvolta dalle conquiste dei Mongoli e dei Tartari, guidati da Gengis Khan e da Tamerlano, che formarono immensi imperi.
Gli Europei, che nelle epoche precedenti avevano limitato la propria presenza soprattutto alle regioni dell'Asia mediorientale, tra la fine del Quattrocento e la prima metà del Cinquecento presero a spingersi fino all'India, all'Indonesia (v. anche Indonesia, storia della), alla Cina (v. anche Cina, storia della) e al Giappone. Ebbe inizio, così, una fase del tutto nuova della storia del continente asiatico. Una svolta decisiva fu l'arrivo in India, nel 1498, dell'esploratore Vasco da Gama.
I primi a penetrare sistematicamente nel continente nella prima metà del 16° secolo, per creare porti commerciali nelle zone costiere, furono i Portoghesi, cui seguirono nella seconda metà del secolo gli Spagnoli, penetrati nelle Filippine convertite al cristianesimo, e nel 17° secolo gli Olandesi in Indonesia, gli Inglesi e i Francesi in India. Missionari e commercianti europei giunsero in Giappone nel Cinquecento.
Accanto alle relazioni commerciali, obiettivo primario degli Europei era la diffusione del cristianesimo, che però, salvo che nelle Filippine, non ebbe grande successo. Per circa due secoli gli Europei si dedicarono alla costituzione di basi commerciali sulle coste; ma, a partire dalla seconda metà del Settecento, diedero inizio alla formazione di grandi imperi coloniali in Asia.
In India nel 18° secolo, dopo il periodo di splendore nel secolo precedente, entrò in crisi profonda l'impero del Gran Mogol (secoli 16°-17°), erede dell'impero mongolo di Tamerlano. Nel 1763 l'Inghilterra diede inizio all'annessione dell'India; nella prima metà dell'Ottocento gli Olandesi consolidarono il loro impero in Indonesia; nel 1886 gli Inglesi si impadronirono della Birmania; tra il 1863 e il 1895 i Francesi occuparono l'Indocina; nel 1898 gli Americani sottrassero le Filippine agli Spagnoli. Il grande impero cinese che fino al Settecento aveva sviluppato una cultura non solo letteraria, ma anche scientifica e tecnologica di prim'ordine, entrato in decadenza a partire dagli anni Quaranta dell'Ottocento, dovette cedere alle imposizioni delle potenze occidentali; nel 1907 la Persia venne divisa in zone di influenza della Gran Bretagna e della Russia.
Il primo segno della rinascita dell'Asia fu la modernizzazione del Giappone negli ultimi tre decenni dell'Ottocento, che consentì a esso di condurre nel 1904-1905 una guerra vittoriosa contro l'impero russo. Nel 1911 crollò in Cina l'impero e nel 1912 fu fondata la repubblica. In Asia la Prima guerra mondiale ebbe l'effetto di far sviluppare vigorosi movimenti nazionalistici, che si ponevano l'obiettivo dell'autonomia o dell'indipendenza dei propri paesi. In Medio Oriente la dissoluzione dell'impero ottomano diede grande impulso ai nazionalismi arabi: questi movimenti si rafforzarono durante la Seconda guerra mondiale.
Dopo il 1945, l'Asia mutò drasticamente il suo volto. Nel 1946 diventarono indipendenti le Filippine, la Siria e il Libano, nel 1947 l'India, grazie anche all'opera di Gandhi, il Pakistan e Ceylon; nel 1948 sorse Stato di Israele (v. anche Israele, storia di); nel 1949 la Cina continentale divenne comunista, Taiwan si costituì in Stato autonomo e l'Indonesia acquistò l'indipendenza; nel 1954 crollò l'impero francese in Indocina; nel 1957 la Malaysia divenne indipendente. Dopo la sconfitta, il Giappone, che durante la Seconda guerra mondiale aveva cercato di assoggettare il Sud-Est asiatico, ha conosciuto una fase di grande sviluppo.
Nell'era della guerra fredda la contrapposizione tra mondo comunista e mondo occidentale provocò una serie di conflitti, i maggiori dei quali furono la guerra di Corea (1950-53) e le guerre di Indocina, (Vietnam e Cambogia) protrattesi fino al 1975. Nel 1979 in Iran (v. anche Iran, storia dell') ebbe luogo la rivoluzione islamica che ha dato slancio in molti paesi asiatici e africani a movimenti integralistici, i quali hanno provocato aspri conflitti politici e religiosi, alimentando la spirale del terrorismo.
Dal punto di vista economico, l'Asia è percorsa da forti disuguaglianze. Mentre negli ultimi decenni si è costituita un'area ‒ composta da Giappone, Corea del Sud, Singapore, Taiwan, parti della Cina e dell'India ‒ contraddistinta da una crescita economica notevole, permangono in essa ampie le zone di sottosviluppo e di estrema povertà.