superlativo In linguistica (anche grado s.), una delle categorie grammaticali mediante le quali si esprime la gradualità di un aggettivo qualitativo, di un avverbio (o anche, ma raramente, di un sostantivo, con riferimento a qualche sua qualità intrinseca: per es., generalissimo, campionissimo). La categoria del s. (che dispone di morfemi speciali: per es., -issimo, molto, arci-, il più, o di parole speciali, per es. massimo, ottimo) esprime il grado più alto, più intenso della qualità aggettivale, o considerato per sé (s. assoluto, per es. altissimo) o considerato in relazione a una data classe di enti esplicita o implicita (s. relativo, per es. il più alto); il secondo rientra propriamente nell’insieme dei procedimenti di comparazione (➔) tra le qualità di più enti. Esistono inoltre dei s. che possono chiamarsi enfatici, formati per enfasi da aggettivi che non ammettono gradualità o che già per sé stessi esprimono un concetto superlativo; per es., rotondissimo, primissimo, ultimissimo, stupendissimo, assurdissimo ecc.; a questo gruppo si possono ascrivere anche alcuni s. di sostantivi, come padronissimo, occasionissima ecc.