Svezia
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Geografia umana ed economica
di Anna Bordoni
Stato dell'Europa settentrionale. Al censimento del 1990 la popolazione residente era di 8.587.353 ab., saliti a 9.016.000 a una stima del 2006. Il movimento naturale è negativo (il tasso di natalità e quello di mortalità nel 2006 erano rispettivamente 10,27 e 10,31‰), tuttavia, grazie al saldo migratorio positivo (1,66‰), la popolazione registra una sia pur minima crescita (0,4% nel periodo 2000-2005). Peraltro il tasso di natalità ha segnato una ripresa rispetto a quello registrato a metà degli anni Novanta, allorché una crisi economica provocò la sospensione di una parte dei sostegni alla previdenza sociale e alle politiche familiari causando un netto calo demografico. L'immigrazione proviene soprattutto dall'Europa dell'Est, dai Balcani e dal Medio Oriente: in particolare, è forte la presenza della componente iraniana. Nel 2004 la popolazione urbana della S. raggiungeva l'83% del totale e l'area metropolitana della capitale, Stoccolma, accentrava da sola oltre un quinto della popolazione complessiva.
Nel corso del primo quinquennio del 21° sec. l'economia del Paese ha registrato un discreto andamento e nel periodo 2004-05 il tasso di crescita (3,6%) è stato superiore alla media dell'area euro (intorno al 2,5%). Il settore primario, nonostante i tentativi promossi allo scopo di rilanciare la competitività delle imprese, concorre alla formazione del PIL con solo l'1,8% (2004); quello secondario, dopo aver attraversato un lungo periodo di ristagno produttivo, contribuisce con il 28% circa; il terziario, soprattutto il comparto dei servizi, pesa attorno al 70%, poco meno di un terzo del quale è da attribuire al settore pubblico.
Il commercio estero è molto dinamico e le esportazioni hanno costituito uno dei principali motori dello sviluppo svedese. Particolarmente attivo è il settore delle automobili e delle telecomunicazioni: nel 2004 il forte progresso delle esportazioni, unito a una diminuzione delle importazioni, ha determinato un surplus commerciale valutato nell'8% del PIL. Sono cresciuti i consumi privati, favoriti da misure sociali particolarmente favorevoli e da tassi di interesse storicamente tra i più bassi, mentre l'inflazione si è stabilizzata su livelli minimi (0,8% nel 2005). Grazie alla costante crescita, il Paese è riuscito a mantenere il proprio welfare state, alimentato da imposte e contributi che rappresentano ben il 50,6% del PIL, dato più elevato tra gli Stati dell'OECD. Per mantenere alta la produttività del settore pubblico è stato ridotto il numero degli addetti e sono state varate linee di riforma di alcuni comparti, in particolare di quello sanitario. Preoccupante, invece, il livello della disoccupazione, che nell'aprile 2005 era pari al 5,8%, cifra che peraltro non comprende la disoccupazione nascosta dalle misure sociali.
Per quanto riguarda le diverse attività produttive, il settore primario, come già detto, rappresenta una minima parte del PIL del Paese e occupa appena il 2,1% (2004) della popolazione attiva. L'agricoltura, praticata su una piccola parte del territorio, ha una redditività molto elevata grazie all'impiego diffuso di tecnologie avanzate, ma i pur discreti raccolti di cereali non sono sufficienti a coprire il fabbisogno interno. Importante è il patrimonio forestale, sfruttato razionalmente sulla base di una restrittiva legislazione di tutela ambientale, come pure l'allevamento (in particolare suini e bovini), che fornisce i due terzi del prodotto complessivo del settore primario. Le attività manifatturiere sono tradizionalmente legate ai comparti siderurgico (5,7 milioni di t di acciaio prodotte nel 2005), metallurgico (alluminio, rame, piombo, zinco), meccanico, chimico, del legno. La S. è, tra tutti i Paesi industriali, quello che investe di più in ricerca e sviluppo. Questa strategia ha portato il Paese a una maggiore espansione dei comparti innovativi ad alta tecnologia, tra cui in forte ascesa si pongono quello delle biotecnologie e quello dell'elettronica e delle telecomunicazioni: a Stoccolma ha sede uno dei massimi poli mondiali della ricerca nel campo delle telecomunicazioni. Tuttavia, come altri numerosi Paesi sviluppati, la S. è minacciata da un sempre più incalzante processo di delocalizzazione produttiva: si stima che, dopo il 2001, le delocalizzazioni hanno portato nel settore industriale alla soppressione di 90.000 posti di lavoro a vantaggio di Paesi dove il costo del lavoro è più basso, mentre a metà del 2004 una quarantina di unità produttive con più di 500 occupati era minacciata di chiusura o di riduzione del personale.
La S. è povera di risorse energetiche (manca completamente il petrolio e modeste quantità di carbone vengono estratte dalla Scania, dove si trovano anche vasti depositi di torba); di conseguenza, oltre la metà del fabbisogno di energia è garantito dal nucleare, settore che tuttavia non manca di porre problemi, specie a un Paese come la S. sensibile alle problematiche ambientali. Nel maggio 2005 il governo ha annunciato la chiusura del secondo reattore della centrale nucleare di Barsebäck, che per decenni ha alimentato accesi dibattiti e incrinato i rapporti con la vicina Danimarca. Rimane aperto, tuttavia, soprattutto dopo l'aumento del prezzo del greggio sui mercati internazionali, l'interrogativo che si pongono le industrie svedesi relativamente agli approvvigionamenti e i costi energetici pur nella prospettiva di realizzare un sistema energetico non incentrato sulle fonti fossili.
La rete stradale e ferroviaria, ben articolata, si avvale di un ottimo livello di manutenzione, come pure sviluppato è il trasporto aereo, interno e internazionale. Il 1° luglio 2000 è stato inaugurato il grande ponte stradale e ferroviario sull'Øresund che collega il Paese alla Danimarca. Discreto è il flusso di visitatori che annualmente entra nel Paese (7,7 milioni), le cui principali attrattive sono rappresentate, oltre che dalla città di Stoccolma, dai laghi, dalle foreste, dal 'sole di mezzanotte' nelle zone a nord del circolo polare artico.
Storia
di Francesco Bartolini
All'inizio del nuovo secolo il dibattito politico in S. continuava a concentrarsi su alcuni problemi emersi negli ultimi due decenni del Novecento: dalla riforma del welfare state, divenuta improrogabile per i crescenti costi a carico dello Stato, al ripensamento dei tradizionali modelli di cittadinanza, indeboliti dall'avvento di una società multiculturale, alla ricerca di un sistema di approvvigionamento energetico sostenibile, sollecitato dalla sempre più acuta consapevolezza dei danni economici e ambientali provocati dalla dipendenza dai combustibili fossili. Altrettanto urgenti, a giudizio dell'opinione pubblica nazionale, apparivano anche le questioni connesse alla politica estera: dal dilemma su una maggiore integrazione del Paese nella UE alla riconsiderazione del tradizionale status di neutralità.
Dopo le elezioni politiche del settembre 1998, che segnarono per il Partito socialdemocratico al governo (Sveriges Socialdemokratiska Arbetareparti, SAP) il peggior risultato dalla fine degli anni Venti (36,6% dei voti), si formò un esecutivo di coalizione tra SAP, Verdi (Miljöpartiet de Gröna, MP) e gli ex comunisti del Partito della sinistra (Vänsterpartiet, VP), guidato sempre dal leader socialdemocratico G. Persson, salito al potere nel marzo 1996. Il premier avviò un programma di riduzione delle tasse sui redditi, di diminuzione delle spese militari e di aumento degli investimenti nella sanità, nell'istruzione e nell'assistenza sociale. Queste scelte favorirono una riconferma dei socialdemocratici al governo. Alle elezioni politiche del settembre 2002, infatti, la SAP ottenne il 39,8% dei voti, conquistando 144 seggi parlamentari su 349. Si formò allora un governo di minoranza socialdemocratico, presieduto sempre da Persson e sostenuto da Verdi e Partito della sinistra. Appena insediato, il premier convocò per il settembre 2003 un referendum sull'adozione dell'euro. Una questione molto controversa, che divideva partiti politici e opinione pubblica fin dagli esordi della moneta unica. Dopo la rinuncia del governo a partecipare alla prima fase dell'Unione monetaria europea (giugno 1997), la SAP aveva ufficialmente assunto una posizione favorevole all'integrazione monetaria, sebbene alcuni ministri e leader del partito fossero contrari. Divisioni simili, del resto, affioravano anche tra i partiti dell'opposizione, in particolare tra i moderati (Moderata Samlingspartiet, MS), schierati a sostegno dell'euro malgrado alcune significative defezioni. Contrari in blocco all'adozione della moneta unica erano invece i Verdi, il Partito della sinistra e gran parte del mondo sindacale. Ad alimentare ulteriormente l'attenzione sul referendum contribuì, quattro giorni prima del voto, l'omicidio del ministro degli Esteri, A. Lindh, una delle più attive sostenitrici dell'integrazione monetaria, accoltellata in un centro commerciale di Stoccolma da un venticinquenne svedese di origine serba. Sulla scia di questo delitto, in un clima di grande commozione, l'81,2% degli elettori si recò alle urne ma respinse a larga maggioranza (56,1% contro 41,8%, 2,1% nulli) l'adesione alla moneta unica europea. Un risultato, quest'ultimo, interpretato da molti osservatori come un segnale della diffusione di una crescente diffidenza verso la UE, ma in parte contraddetto dalla successiva decisione del Parlamento di bocciare una proposta del governo a favore di temporanee restrizioni all'accesso al mercato del lavoro e al sistema assistenziale da parte degli immigrati provenienti dai Paesi divenuti membri della UE nel 2004. Le difficoltà per il governo socialdemocratico furono amplificate dalla successiva sconfitta subita alle elezioni europee del giugno 2004: la SAP, infatti, ottenne soltanto il 24,7% dei voti, la percentuale più bassa dal 1912. Risultati particolarmente positivi, invece, registrarono i moderati con il 18,2% e la Junilistan (una formazione fondata solo quattro mesi prima del voto con lo scopo di contrastare una maggiore integrazione del Paese nella UE), che riuscì a conquistare il 14,4%. Davanti a questi segnali di erosione dei consensi, Persson promosse in ottobre una riorganizzazione del governo come premessa per una sua azione più incisiva. Tra le nuove iniziative ci fu l'annuncio di un programma per trasformare la S. entro il 2020 nel primo Paese al mondo a rinunciare al petrolio come fonte energetica senza costruire nuove centrali nucleari (febbr. 2006). Per quest'ultime, inoltre, in conformità al risultato del referendum del 1980, era stata programmata la chiusura definitiva per il 2010. Nel marzo 2006, tuttavia, il governo subì un nuovo colpo: il ministro degli Esteri, L. Freivalds, fu costretta a dimettersi perché accusata di aver violato la libertà di espressione chiudendo il sito internet di un giornale di estrema destra che aveva pubblicato caricature di Maometto considerate offensive dalla comunità islamica. Alle elezioni politiche del settembre 2006 una coalizione di centrodestra guidata dal leader dei moderati, F. Reinfeldt, conquistò il 48,3% dei voti e 178 seggi superando di misura la coalizione di centrosinistra guidata da Persson, che ottenne il 46,1% e 171 seggi. A ottobre Reinfeldt divenne primo ministro e annunciò tra i suoi obiettivi prioritari una riforma del welfare state e una riduzione delle tasse.
Per quanto riguarda la politica estera, la riduzione delle spese militari favorì una nuova riflessione sul ruolo internazionale del Paese. Nel novembre 2000 Persson sollevò alcuni dubbi sul significato della neutralità in un mondo non più bipolare, ma escluse un prossimo ingresso della S. nella NATO. In questo periodo la diplomazia svedese continuò a distinguersi soprattutto per la sua tradizionale attività di mediazione e assistenza umanitaria nei conflitti internazionali. All'inizio del 2003, prima ancora dell'avvio della guerra in ̔Irāq, Stoccolma manifestò la sua opposizione all'intervento militare angloamericano, ma successivamente partecipò allo stanziamento di fondi per la ricostruzione del Paese.
bibliografia
O. Petersson, Svensk politik, Stockholm 2000; M. Malmborg, Neutrality and state-building in Sweden, New York 2001; L. Miles, Fusing with Europe? Sweden in the European Union, Aldershot 2005.