(fr. Tahiti) Isola vulcanica della Polinesia Francese (1042 km2 con 178.133 ab. nel 2007), appartenente all’arcipelago della Società (Isole Sopravento o del Vento). Consta di due grandi coni vulcanici (altezza massima 2237 m) fortementi erosi (T. Nui e T. Iti) collegati da una striscia di terra. I corsi d’acqua hanno accumulato abbondante materiale detritico tutt’intorno all’isola e hanno formato, sopra un basamento corallino, una breve pianura litoranea. Il clima è di tipo subequatoriale, con precipitazioni comprese tra 1800 mm nella parte settentrionale e 2500 mm in quella meridionale. La temperatura media oscilla tra i 24 °C in luglio e i 29 °C in febbraio. La popolazione, che alla fine del 19° sec. era di poco più di 10.000 abitanti, quasi tutti Polinesiani, è oggi costituita da Francesi, Polinesiani e da una minoranza di Cinesi. Centro principale dell’isola, e capitale del Territorio d’oltremare della Polinesia Francese, è Papeete (26.017 ab. nel 2007). Altri centri, tutti sulla costa, sono Faaa, Punaauia, Mahina. L’economia dell’isola si basa sulla coltivazione, limitata alla zona costiera, della palma da cocco, della canna da zucchero, del banano, dell’ananas e di altri frutti. Pesca. Molto sviluppato il turismo.
T. e le Isole della Società furono originariamente colonizzate da una popolazione polinesiana di lingua austronesiana. Le Isole della Società furono a loro volta un punto di partenza per le ulteriori migrazioni dei Polinesiani che culminarono con la scoperta e il popolamento delle Hawaii e della Nuova Zelanda. Nell’immaginario occidentale la cultura tahitiana della fine del 18° sec. (l’epoca dei viaggi di Cook) rappresenta il culmine dell’esotismo: in realtà sia l’immagine di una società fortemente gerarchica guidata da leader indiscussi, sia l’immagine delle veneri tahitiane dedite all’amore ‘libero’ (in primo luogo con i marinai) sono miti occidentali piuttosto che realtà etnografiche. La società tahitiana delle origini condivideva molti aspetti delle culture polinesiane (sistemi di potere gerarchici ma instabili e fluidi, un’orticoltura basata sul taro e l’igname, la pesca, culti delle divinità e degli antenati sui mara ecc.) che furono fortemente compromessi dalla presenza dei missionari e dei coloni.
Avvistata per la prima volta dal portoghese P.F. de Quiros nel 1606, T. fu visitata poi da S. Wallis (1767), C.A. de Bougainville (1768) e J. Cook (1773). Dopo un fallito tentativo di colonizzazione spagnola intorno al 1714, vi scese con i suoi uomini nel 1788 W. Bligh; i primi colonizzatori (1797) furono missionari inglesi, aiutarono la dinastia indigena Pomaré a conseguire il controllo di tutta l’isola. Sotto la regina Pomaré IV (m. 1877) l’influenza inglese fu sostituita da quella francese, sanzionata da un trattato di protezione del 1843. T. divenne colonia francese nel 1880.