tenri-kyo Una delle formazioni religiose nelle quali si organizzarono, a cominciare dal 19° sec., tendenze e correnti dello shintoismo popolare, al di fuori delle strutture della religione ufficiale restaurata a partire dal 1868 contro il sincretismo shinto-buddhistico. Tali forme spontanee, definite complessivamente kyoha shinto («shinto delle sette») e riconosciute ufficialmente come tali, si differenziano radicalmente sia dallo shintoismo prebuddhistico sia da quello restaurato, oltre che per il connaturato carattere sincretistico, per l’essere animate da spirito di proselitismo e per il fatto che ciascuna setta ha un fondatore ed è depositaria di una dottrina soteriologica, tutti aspetti che le accomunano al buddhismo, al cristianesimo e in parte alle religioni misteriche del mondo antico.
Il t. è la setta più antica, fondata nel 1838 da Nakayama Miki; sul fondo di pratiche magico-religiose arcaiche (tecniche dell’estasi, danze estatiche, attività oracolari ecc.) delle quali era largamente permeata, essa elaborò una propria teologia sincretistica che accolse aspetti e atteggiamenti del confucianesimo e del cristianesimo. Divinità suprema del t., che fa proprie 10 divinità originariamente shintoiste, è un oyagami («padre celeste»), creatore e padre dell’umanità intera. Altra figura centrale è Tenri Ō no-Mikoto, il «Re della ragione celeste». La salvezza dell’uomo è il raggiungimento della «vita in letizia», che si consegue mediante la purificazione dalla «polvere», cioè dal peccato e l’offerta del proprio lavoro con gratitudine. Centro del culto è la città di Tenri, nella prefettura di Nara, sede di istituzioni cultuali, culturali (scuole, università, biblioteca, museo etnologico) e assistenziali (ospedali, orfanotrofi). Il rituale, fissato da Miki, comprende una processione, preghiere collettive e danze estatiche. A capo del movimento è lo Shimbashira («Colonna principale della casa»). Il principale testo sacro è l’Ōfudesaki, scritto dalla stessa Miki.