sincretismo Incontro fra culture diverse che genera mescolanze, interazioni e fusioni fra elementi culturali eterogenei. L’ambito in cui maggiormente è applicato tale concetto è quello religioso e la storia delle religioni con l’antropologia dei sistemi religiosi sono le discipline maggiormente attente a tali fenomeni culturali.
Tutti i popoli hanno sperimentato forme di contatto e scambio culturale con altri popoli, cosicché rare sono le religioni che non abbiano accolto influssi da altre religioni e non si siano modificate in seguito a s. parziali. Anche tra i popoli più isolati esistono scambi e compenetrazioni di visioni del mondo e idee religiose: in molte religioni africane, per es., è possibile distinguere gli elementi dovuti alle popolazioni agricole e quelli derivati dalle popolazioni pastorali. Esempi storicamente più cospicui di s. si verificano in seguito a grandi migrazioni di popoli o a espansioni egemoniche. In realtà, non è esagerato dire che ogni grande religione storica è un prodotto sincretistico.
Il termine s. è stato usato frequentemente a proposito della religione del mondo ellenistico (ed ellenistico-romano), nel quale all’espansione della cultura greca in Oriente (Egitto, Persia, India ecc.) corrispose anche un crescente influsso culturale e soprattutto religioso dell’Oriente sul mondo classico. Il prestigio dei culti orientali incontrati sul posto, lo scambio di popolazioni, la decadenza, da tempo in atto, dell’originario spirito religioso greco e romano, le conseguenti aspirazioni delle masse a nuove esperienze religiose, specie di natura mistica e magica, furono i fattori principali che favorirono l’accoglimento dei culti orientali. Tale accoglimento però non fu mai del tutto passivo, perché la civiltà greca e quella romana trasformavano i culti accolti, rendendoli più affini alle loro forme e adattandoli alle esigenze occidentali: basti ricordare come diversi culti orientali (di Cibele ed Attis, di Iside e Osiride, di Mitra ecc.) diventarono, nel mondo greco, misteri, adattandosi in parte alle forme dei misteri greci, mentre nelle rispettive patrie di origine non avevano un particolare carattere esoterico.
Un altro fenomeno sincretistico è l’identificazione di divinità appartenenti a religioni differenti: il culto di divinità romane si arricchiva di elementi derivati dal culto delle divinità straniere con loro identificate (Fortuna e Iside, Venere e Astarte ecc.). Nel mondo antico è da segnalare inoltre il celebre tentativo di creazione intenzionale di un culto sincretistico: è quello di Serapide, dio appositamente creato e destinato a funzioni poliadi nella nuova città greco-egiziana di Alessandria; il suo culto e perfino la sua iconografia furono composti, da sacerdoti esperti, con elementi greci ed egiziani, per soddisfare le esigenze di entrambi gli strati etnici della popolazione della città.
Una posizione particolare, nel campo dei s., spetta alle religioni dottrinali – anche queste sorte, spesso, da un s. (per es., l’Islam organizza in sé larghe eredità dell’antico ebraismo, del cristianesimo, oltre che tradizioni arabe preislamiche) –, che di solito oppongono ostacoli dogmatici alla normale e spontanea fusione con le religioni con cui vengono a contatto. In tal caso le religioni locali più facilmente si arricchiscono di elementi desunti dalle grandi religioni dottrinali di quanto succeda il contrario. Così, in molte religioni africane indigene si nota un forte influsso dell’islamismo, mentre l’Islam, dove si è imposto, conserva solo ai margini del suo sistema elementi di origine indigena.
Nel caso del buddhismo, concentrato più su una determinata maniera di vivere e su alcuni grandi temi filosofico-religiosi che non su questioni teologiche, per le quali, anzi, osserva una grande tolleranza, si notano importanti formazioni sincretistiche. Il buddhismo tibetano, per es., è pervaso dagli elementi dell’antica religione locale Bon, il buddhismo cinese, non avendo mai combattuto il taoismo, ha finito per assorbirne retaggi copiosi, così come quello giapponese si è largamente amalgamato con lo shintoismo.
Per quanto riguarda il cristianesimo, sebbene non immune, nel periodo della sua formazione, da influssi giudaici e pagani, più tardi oppose un solido sistema dogmatico a ogni possibilità di scambio: il cristianesimo pretende la conversione dei fedeli di altre religioni, senza alcuna concessione da parte sua. Le formazioni sincretistiche costituitesi dal contatto con il cristianesimo (che, pur accettando apparentemente il cristianesimo, vi introducono pratiche e credenze proprie) si trovano al di fuori di esso da cui sono condannate e combattute. Esempi interessanti di culti sincretici dove elementi cristiani si mescolano a elementi di culti indigeni sono riscontrabili nelle religioni afroamericane (candomblé, macumba ecc.) dove sono molte le tracce dei culti africani portati oltreoceano dagli schiavi provenienti dal Golfo di Guinea. Una forte connotazione sincretica presentano, inoltre, molti movimenti di liberazione sorti in epoca coloniale dove i culti sono connessi a reali recriminazioni politiche.