Rilevamento della distribuzione di temperatura sulla superficie di un corpo ottenuto individuando, attraverso particolari strumenti, le radiazioni infrarosse da esso emesse. In medicina la t. è applicabile per la diagnosi di tutte quelle patologie che causano una disomogeneità della distribuzione superficiale di temperatura, in particolare tumori della mammella, anomalie ortopediche, anomalie nella circolazione del sangue, reumatologia. Nella tecnica, trova applicazioni nel controllo dell’isolamento termico di edifici, condotte ecc., nella localizzazione di punti caldi (difetti) di circuiti elettrici ed elettronici, nelle prove non distruttive di manufatti (➔ prova). Un apparecchio termografico è schematicamente costituito (v. fig.) da un sistema di focalizzazione, che riceve le radiazioni emesse da una porzione ben definita della superficie dell’oggetto in esame (al limite, un punto di questo) e la focalizza su un rivelatore di radiazione (sensore), provvedendo a esplorare, mediante opportuni meccanismi di scansione, tale superficie; dal sensore si ottiene un segnale elettrico proporzionale all’intensità della radiazione uscente dalla zona esplorata e quindi correlato con la sua temperatura. È così possibile ottenere su un display un’immagine (termogramma) dell’oggetto stesso in relazione all’intensità della radiazione uscente e quindi alla temperatura. Il termogramma costituisce quindi un’immagine per così dire termica, anziché ottica, dell’oggetto in questione.
Procedimento di duplicazione a secco che sfrutta azioni chimiche prodotte in appositi fogli di carta, sotto l’azione di radiazioni infrarosse illuminanti l’originale da riprodurre.
In calorimetria, grafico della quantità di calore, dQ/dt, scambiata nell’unità di tempo da un sistema in contatto termico con una sorgente la cui temperatura varia con continuità, in funzione della temperatura stessa; dalla t. è possibile individuare la natura e l’entità degli eventi termici che hanno luogo nel sistema.