Uomo di stato cecoslovacco (Hodonín, Moravia, 1850 - castello di Lány, Praga, 1937). Di umili natali, studiò alle università di Vienna e Lipsia e nel 1882 ottenne la cattedra di filosofia all'univ. ceca di Praga, dove insegnò fino al 1914. Eletto al parlamento viennese nelle file dei Giovani Cechi nel 1891, si dimise due anni dopo per contrasti con il partito. Di questo periodo sono alcuni dei suoi scritti più significativi: in Česká otázka ("Il problema ceco", 1894), e in Naše nynější krise ("La nostra crisi odierna", 1895) M. sosteneva che compito del popolo ceco non era solo la lotta contro l'egemonia austriaca, ma anche quella per il perfezionamento morale dell'uomo. Concetti analoghi, e l'esaltazione del valore della religione nella lotta politica, erano esposti in due opere nel 1896, Jan Hus e Karel Havlíček. Nel 1900 M. fondò il Partito realista, divenuto nel 1905 Partito ceco del popolo; rieletto al parlamento viennese nel 1907, prese posizione contro l'alleanza con la Germania e a favore di alcuni Serbi e Croati accusati di alto tradimento in occasione dell'annessione austriaca della Bosnia-Erzegovina (1908). Nel 1913 pubblicò Russland und Europa, frutto dei suoi studî sulla crisi religiosa, intellettuale e politica dell'impero zarista. Scoppiato il primo conflitto mondiale, M. si rifugiò in Italia, quindi a Londra, ove iniziò una febbrile opera di propaganda presso gli Alleati per la creazione, su basi democratiche, di uno stato indipendente che comprendesse Boemia, Moravia e Slovacchia. Trasferitosi in Russia dopo la rivoluzione del 1917, vi costituì la Legione cecoslovacca, composta da ex prigionieri di guerra, per continuare la lotta contro gli Imperi Centrali. Fu quindi negli USA, ove discusse col presidente W. Wilson i termini della futura indipendenza cecoslovacca e concluse il patto di Pittsburgh con i rappresentanti delle locali comunità ceche e slovacche. Nel nov. 1918 M. fu eletto presidente della Cecoslovacchia (rieletto nel 1920, 1927 e 1934); nelle questioni interne contribuì alla politica centralistica del nuovo stato nei confronti degli Slovacchi e della minoranza tedesca dei Sudeti. In politica estera fu fautore dell'adesione alla Piccola Intesa, dell'alleanza con la Francia e del riavvicinamento all'URSS. Si dimise nel dic. 1935 per motivi di salute.