uremia Sindrome tossica da ritenzione nell’organismo di sostanze endogene normalmente eliminate attraverso i reni, caratterizzata da un forte aumento dell’azotemia e della creatininemia. Può dipendere da lesioni renali dirette o indirette, da ostacoli al deflusso dell’urina (ritenzione urinaria) o da cause generali che interessino il circolo sanguigno renale; può assumere forma acuta o cronica. I sintomi dell’u. acuta consistono essenzialmente nella diminuzione della quantità dell’urina emessa, fino alla mancanza totale (anuria), e dall’aumento rapido dei valori dell’azotemia fino al coma (coma uremico); l’u. cronica, invece, è caratterizzata da diminuzione della densità dell’urina, emessa in quantità giornaliera anche superiore alla norma, aumento dell’azotemia, interessamento dello stato generale, alterazioni oculari, ipertensione arteriosa, compromissione del sistema nervoso e, nei casi più gravi, coma uremico. Talvolta possono costituire una manifestazione dell’u. alterazioni cutanee (uremidi). Caratteristico dell’u. è l’alito urinoso, con odore di urina.
La terapia dell’u. acuta consiste nel trattamento causale e nell’eventuale ricorso alla dialisi; quella dell’u. cronica si giova della dieta ipoproteica. La razione proteica può essere in parte o completamente sostituita da fleboclisi di amminoacidi essenziali (8-15 grammi al giorno), per ridurre ulteriormente l’apporto di azoto ammidico, ma allo stesso tempo per contenere la liberazione di urea. Effetto coadiuvante hanno anche le fleboclisi di soluzioni fisiologiche glicosate. Quando la funzionalità renale è ulteriormente compromessa è necessaria la dialisi, ed eventualmente il trapianto renale. Sindrome uremico-emolitica Forma morbosa da causa sconosciuta, osservabile prevalentemente nell’infanzia, caratterizzata da insufficienza renale acuta, anemia emolitica, disturbi della coagulazione, febbre.