urologia Branca specialistica, che ha per oggetto lo studio e il trattamento delle malattie dell’apparato urinario. Le sue origini risalgono ai tempi più antichi. Il reperto di calcoli vescicali e di uova di Bilharzia nei reni di mummie dimostra l’esistenza delle malattie urinarie in epoche remotissime; dalle ricette contenute nel papiro di Ebers e dalle formule dello Yajurveda in India si rileva come esse fossero abbastanza note. Ippocrate conosceva sicuramente la litotomia, la calcolosi vescicale, la pionefrosi, i tumori del rene ecc.; Erasistrato sapeva della filtrazione dell’urina nel rene; Ammonio praticava la litotripsia; Erofilo alessandrino diede il nome alla prostata; Euriade di Sicilia praticava la nefrotomia; Aulo Celso descrisse la tecnica operatoria della litotomia rimasta invariata per 17 secoli. Nei secoli successivi si ebbe l’evoluzione pratica e dottrinale dell’u., che fu integrata dalla ricerca anatomica: descrizione del trigono vescicale (A. Massaria), rapporti tra tubuli e bacinetto renale (G. Falloppia) ecc. Tra il 16° e il 18° sec. fiorirono i cosiddetti litotomisti, empirici che praticavano l’asportazione dei calcoli vescicali, detta allora ‘taglio della pietra’.
Gli sviluppi dell’u. moderna si riannodano alle grandi scoperte del 19° sec., quali l’antisepsi e l’asepsi, la narcosi ecc. Il fondatore dell’u. moderna può essere considerato F.J.C. Guyon, che applicò la sua esperienza chirurgica al campo dell’urologia. La specialità è progredita in modo costante in tutti i suoi numerosi campi d’intervento: urolitiasi, oncologia urologica, urodinamica, u. ginecologica, u. pediatrica, endoscopia. Di rilievo, anche per la prevalenza delle problematiche cliniche nella popolazione generale, sono gli approcci multidisciplinari applicati alla calcolosi delle vie urinarie e alla patologia prostatica. Nel primo caso si è assistito al grande sviluppo di tecniche mininvasive con accesso percutaneo o transuretrale, attualmente ampiamente utilizzabili grazie alla crescente diffusione della litotripsia extracorporea. La chirurgia renale viene limitata a casi selezionati per la particolare conformazione e dimensione del calcolo o per la coesistenza di patologie della via escretrice che necessitano di contemporanea correzione chirurgica. In quanto alla patologia della prostata, l’u. rappresenta la branca specialistica di elezione, a partire dalla prevenzione oncologica periodica (esplorazione digito-rettale, biopsia prostatica ecc.) fino al trattamento medico o chirurgico con approccio tradizionale, transuretrale o laparoscopico. Le metodiche più recenti di resezione endoscopica della prostata, eseguita con il laser, consentono rispettare i dotti eiaculatori e di salvaguardare quindi la capacità di eiaculare. Fra gli sviluppi in campo femminile, si segnala l’intervento mininvasivo di sospensione della vescica all’osso pubico, che mira a correggere l’abbassamento vescicouretrale, causa di saltuaria incontinenza da sforzo.